Woody Allen, le accuse di molestie e violenze sessuali: cosa c’è di vero. Nella vita privata del regista e attore vi è una storia molto complessa ed intricata. Su di lui infatti gravano da tempo delle pesantissime accuse. Ma qual è la verità?
Nelle sale italiane esce in questi giorni il nuovo film del regista, Rifkin’s Festival. Ripercorriamo le tappe della sua vita privata, per approfondire la storia legata alle accuse di molestie e violenze sessuali, che gravano da 30 anni sul contro del regista e attore.
Allen in questi anni ha sempre negato tutte le accuse che gli sono state rivolte e ha continuato a lavorare ai suoi film. Eppure la intricata vicenda legata alla sua vita privata ha ancora diverse zone d’ombra e misteri non risolti. Tanto che ancora oggi si fatica a comprendere quale sia la verità sui fatti accaduti. Ripercorriamo insieme come sono andate le cose, quali sono stati gli eventi che hanno prodotto le accuse e qual è stata da sempre la versione del regista.
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Woody Allen e Mia Farrow ebbero una relazione a partire dal 1980. Precedentemente la Farrow era stata sposata con il compositore d’orchestra Previn, dal quale aveva avuto tre figli biologici e quattro adottivi. Tra questi ultimi Soon-Yi Previn, con la quale Allen ebbe una relazione nel 1992, scoperta dalla Farrow. Tra i due vi erano circa 30 anni di differenza, che non furono tuttavia da ostacolo al loro matrimonio, celebrato nel 1997. La coppia adottò inoltre due figlie.
Emerse in questo periodo l’accusa secondo cui Allen avrebbe abusato di un’altra delle sue figlie, Dylan, adottata anche lei con la ex compagna Mia Farrow. A denunciare fu la pediatra della bambina a cui la piccola, a sette anni, aveva raccontato le violenze subite. Furono la Clinica per gli abusi sessuali sui minori dell’Ospedale di Yale-New Haven e i servizi sociali infantili dello Stato di New York a certificare in quel caso che non erano state condotte violenze sulla piccola.
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Alla Farrow però venne affidata dal giudice Elliot Wilk la custodia di Dylan e dei suoi fratelli. La psicologa infantile Susan Coates aveva infatti giudicato come “inappropriato” l’atteggiamento di Allen verso la bambina. Dylan, dopo 12 anni, raccontò tramite una lettera sul blog del New York Time i particolari della violenza sessuale subita ad opera di Allen, nella soffitta della loro casa. Dylan dichiarò come gli abusi fossero consuetudinari. Accuse che Allen smentì fermamente.
Allen, nello smentire le accuse che gli venivano rivolte, espresse la propria teoria sui fatti. Ovvero il regista sostenne che fosse Mia Farrow a spingere la figlia a raccontare degli abusi, riuscendo per altro ad effettuare una pressione psicologica tale su di lei, da farle credere che quelle cose fossero davvero accadute. E tutto questo secondo Allen sarebbe stato determinato dal desiderio della Farrow di vendicare la relazione che il regista aveva avuto con Soon-Yi Previn.
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Le accuse sul conto del regista riemersero durante il caso Weinstein ma l’attore sostenne ancora strenuamente di non aver mai molestato sua figlia, esattamente come concluso ai tempi dalle indagini condotte sul caso.
Da allora però alcuni attori hanno allontanato il regista e alcune piattaforme hanno deciso di non distribuire il suo film. Inoltre la casa editrice Hachette Book non ha pubblicato la sua autobiografia, edita in Italia da La nave di Teseo con il titolo A proposito di niente.
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Contro suo padre Woody, si è inoltre da sempre schierato il figlio biologico che l’attore ha avuto dalla Farrow, ovvero Ronan. La casa di produzione che ha accordi con quest’ultimo ha fatto uscire un documentario in 4 puntate dal titolo Allen vs Farrow. Come si legge sul Ilriformista.it, Allen lo ha giudicato “Un attacco feroce infarcito di falsità”. Il regista ha ancora una volta respinto tutte le accuse e ha ribadito di aver avuto in adozione con la sua Soon-Yi Previn due bambine. Cosa che non poteva sicuramente accadere laddove per la Giustizia fosse ritenuto un pedofilo.
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