Oggi 4 aprile sarà possibile assistere al difficile percorso di Lisa Ebberson a Vite al Limite: qual è la storia triste di questa donna.
Il dottor Nowzaradan è divenuto una celebrità mondiale grazie al programma Vite al Limite, trasmissione che ha reso celebri i suoi metodi di approccio a pazienti affetti da grave obesità. Sebbene il medico sia una persona fortemente interessata a far guarire i suoi pazienti e a salvarli da un triste destino, il suo modo di fare è spesso scontroso e violento.
Il medico ritiene che con chi soffre di obesità grave bisogna essere diretti, fare capire loro che stanno giocando con la propria vita e per questo non c’è spazio nel suo modo di interaggire per compassione e tatto. Non solo il medico è spietato nel dire le cose, ma basta poco per convincerlo che i pazienti non stiano prendendo seriamente il percorso e non siano dunque degni di continuare a ricevere assistenza.
Potrebbe sembrare un modo di fare poco umano, ma lo fa esclusivamente per ottenere una reazione e capire se i pazienti siano realmente motivati a combattere la dipendenza da cibo. Spesso si tratta di persone che hanno un vissuto tragico e dei problemi psicologici da risolvere, non a casa uno dei primi passi compiuti nella clinica è proprio la psicoterapia.
Vite al Limite: la tragica storia di Lisa Ebberson
Nella puntata che andrà in onda oggi in prima tv su Real Time assisteremo alla storia di Lisa Ebberson e al percorso fatto dalla donna all’interno della clinica. A chiedere l’aiuto del Dottor Nowzaradan è stata lei stessa, spiegando che la sua obesità è cominciata quando era poco più che una bambina in seguito ad un trauma molto doloroso. Lisa Ebberton è infatti stata vittima di stupro quando aveva solamente 13 anni dal padre alcolizzato. Dopo quell’episodio ha trovato nel cibo una forma di conforto e forza per andare avanti.
Nei 4 mesi in cui è stata ospite della clinica, Lisa Ebberson è riuscita a perdere solamente 38 chili, non sufficienti ad accedere all’operazione bariatrica che le serve. Il suo rapporto con il primario della clinica è complicato, i due si sentono un paio di volte telefonicamente, ma non si riescono mai a vedere. Il percorso della donna è stato interrotto quando il marito, dopo aver contratto il covid, è morto in ospedale. Il dolore per la scomparsa del coniuge le ha infatti impedito di continuare il percorso intrapreso, spingendola a tornare a casa per elaborare il terribile lutto.