In una recente intervista Vincenzo Mollica ha ripreso a parlare della sua malattia (e di temi pesanti come la morte) con il sarcasmo che lo contraddistingue.
“Quello è il morbo di Parkinson. Non mi faccio mancare nulla. Ho pure il diabete. Sono un abile orchestratore di medicinali”: così, a Che tempo che fa, qualche mese fa Vincenzo Mollica ironizzava sulle sue patologie. Prima o poi dovrà dire addio alla vista, ma l’idea non sembra (all’apparenza) preoccuparlo, anzi. Con la sua solita aria tranquilla il giornalista ha anche spiegato come si è preparato per quando “caleranno le tenebre”, imparando tutto ciò che lo circonda a memoria così da non poterlo dimenticare.
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Vincenzo Mollica prende la vita così com’è, con molta filosofia ed un tocco di sarcasmo: per questo, intervistato dal Corriere della sera, riesce a trattare anche temi pesanti come la morte senza scomporsi troppo. In passato aveva già ironizzato su che fotografia dovrebbe essere messa sulla sua tomba (quella di Vincenzo Paperica, la sua controparte dei fumetti di Topolino). Ora, al Corriere parla di ciò che succederà… dopo. Quando quel momento arriverà (“con naturalezza” immagina lui) il giornalista sa già cosa potrebbe fare.
Vincenzo Mollica: la speranza di rivedere Fellini
Quando gli viene chiesto se pensi mai alla morte, quindi, Mollica non si scompone. Dà al giornalista del Corriere una risposta molto pacata: alla morte ci pensa, ma non con rabbia o con cattiveria. Per lui sarà un evento naturale, che potrebbe addirittura sorprenderlo. Anzi: una volta in Paradiso potrebbe sfruttare l’occasione per intervistare quelle celebrità che in vita non ha potuto incontrare.
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Stanlio e Ollio figurano tra coloro che Mollica vorrebbe incontrare, ma non sono gli unici. “Charlot, il patriarca del cinema” aggiunge il giornalista. Poi, però, aggiunge anche il nome di qualcuno che ha già avuto modo di conoscere: Fellini. Certo, Vincenzo Mollica ammira il regista per il suo lavoro: forse però questa sua risposta mostra il grande affetto che i due amici provavano l’uno per l’altro. “Ha insegnato al mondo che nulla si sa, tutto si immagina”.