Rosa e Olindo, condannati all’ergastolo per la strage di Erba, non si sono mai arresi. E ora è pronta un’istanza per chiedere la revisione del processo.
Sono trascorsi quindici anni dalla strage di Erba, uno dei peggiori fatti di cronaca dell’Italia del Duemila. Ma il caso non è ancora chiuso. I parenti delle vittime non hanno metabolizzato il lutto, e stentano a credere che a oltre dieci anni dalla sentenza definitiva di Cassazione, con la condanna all’ergastolo per Rosa Bazzi e Olindo Romano, si resti sospesi in una sorta di limbo.
Tutta la verità sulla strage di Erba
Il 3 maggio 2011 la Corte di Cassazione emise la sentenza di condanna per la mattanza compiuta ad Erba l’11 dicembre 2006. Quel giorno persero tragicamente la vita quattro persone, e una quinta fu ferita a morte: una colonna di fumo si alzò da Via Diaz 25 nella cittadina della provincia di Como. Erano le 20 e 6 minuti. Nonostante la verità giudiziaria sia stata scritta, tuttavia, restano alcune anomalie e diverse ombre intorno alla vicenda.
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Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, sua madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini sono stati barbaramente uccisi a colpi di coltello e spranga. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, si è salvato per miracolo. Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati accusati ed arrestati per quello sconcertante omicidio plurimo, ma restano ancora dei dubbi riguardo la loro colpevolezza.
I coniugi hanno fatto richiesta di esaminare dei reperti che non sono stati mai analizzati in modo da ottenere una revisione del processo, ma hanno ricevuto un rifiuto da parte della Cassazione. Al momento, Rosa si trova nel carcere di Bollate, mentre Olindo è in quello di Opera. La coppia ha il permesso di vedersi una volta al mese, e promette nuova battaglia in tribunale.