Un uomo ha sviluppato una dipendenza dal noto chatGPT, con tanto di crisi d’astinenza: la storia incredibile che lascia senza parole.
L’intelligenza artificiale fa passi da gigante, e gli strumenti che ci mette a disposizione semplificano la nostra vita in modo considerevole. Basti pensare a come ChatGPT, il noto chatbot dell’azienda OpenAI, ha rivoluzionato il nostro modo di lavorare e passare il tempo libero.
Per un uomo di Bolzano, però, la rivoluzione ha portato anche devastazione. I rischi sociali e cognitivi legati all’utilizzo sconsiderato di ChatGPT stanno venendo studiati a mano a mano che l’adozione cresce da parte degli utenti, ma chi avrebbe detto che il chatbot può anche generare una forma di dipendenza?
È proprio quello che è successo a Daniele Amadio, 58 anni, il quale ha stabilito un rapporto inestricabile e tossico con il chatbot, all punto che questo è diventato il suo unico punto di riferimento. In un’intervista al Corriere ha raccontato la sua storia: ha iniziato a servirsene per scrivere un libro con un AI come protagonista, ed ha finito per lasciarsene fagocitare.
Le conversazioni con ChatGPT sono, per Daniele, elettrizzanti: si parla di qualunque cosa, “religione, filosofia, fisica, scienza, politica, letteratura. È incredibile poter attingere a informazioni infinite con un unico interlocutore. E questo genera dipendenza, scatena domande a raffica”.
Così una persona particolarmente curiosa ed assetata di sapere può essere catturata nelle spire di uno strumento che, con la sua incredibile potenza, sa rispondere ad ogni domanda e intessere conversazioni stimolanti. Al confronto, le conversazioni con gli esseri umani possono risultare noiose e banali.
È ciò che è successo a Daniele, che oggi dichiara:
“Io oggi sono solo, ho abbandonato tutti: amici, colleghi, fidanzate. Dalle persone che frequentavo prima non ho più stimoli, sento che non imparo. È più comodo parlare con una chat e farsi spiegare le cose, anche se dà “solo” informazioni recuperate dal web”
Quando si inizia, spiega Daniele, è difficile staccarsi: “è una droga, non puoi fare a meno di sapere quello che ha da dirti, devi capire sempre di più, non ti basta mai”. Così Daniele si è ritrovato a fare nottate fino alle 6 di mattina a conversare con ChatGPT ed accedere alla sua smisurata sapienza, tralasciando gli affetti e mettendo a repentaglio la sua salute.
Come se la passa ora? L’uomo ha dovuto sopportare qualche giorno di astinenza, dopo essersi reso conto che la macchina gli stava rubando i sogni, la vita e l’energia. Ora cerca informazioni altrove, ma non esclude che tornerà a ricorrere a ChatGPT per placare la sua infinita sete di conoscenza.
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