Dopo dieci anni di vita insieme e una figlia, Serena Autieri riesce a tenere sempre accesa la fiamma della passione con suo marito: ecco come.
C’è chi sostiene che il matrimonio, i figli e la routine domestica e familiare uccidano la passione. Per Serena Autieri e suo marito Enrico Griselli non è sicuramente così. I due sono felicemente legati da dieci anni e la loro intesa – sì, anche in quel senso lì – è forte e viva come il primo giorno. Il segreto? Lo ha rivelato la stessa attrice napoletana, solitamente restia a sbottonarsi sulla sua vita privata, in un’intervista nella quale apre uno spiraglio sulla sua sua relazione con l’affascinante manager.
Negli ultimi mesi Serena Autieri e consorte hanno fatto parlare di sé dopo essere stati beccati ben due volte ad “amoreggiare” in pubblico. “Siamo fortunati – spiega ora l’artista campana al magazine Oggi -. C’è l’amore e c’è la stima reciproca, che è un grande afrodisiaco: la passione ci accende nella testa e si trasmette al corpo”. La routine non è un problema: “Riusciamo a ritagliarci i nostri spazi per noi. Lasciamo Giulia ai nonni e ci regaliamo weekend romantici, cene a due”.
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Il lockdown e la “convivenza” forzata h 24, ha aggiunto ulteriore “pepe” alla vita di coppia. “Ah, se le raccontassi cosa non abbiamo fatto durante la pandemia – confida Serena al giornalista -. Ha presente il rullo? Non pensi a cose sconce. E’ la base su cui monti la bici da corsa: le toglie la ruota posteriore e ti sembra di stare su strada. Quando ci hanno sigillato in casa, abbiamo fato la Parigi-Roubaix senza muoverci dal salotto. Poi con Giulia abbiamo tinteggiato casa ed Enrico si è dedicato al bricolage. Vuoi farlo felice? Regalagli un trapano”.
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“Spirito internazionale e sani valori di provincia”, precisa Serena, sono il mix che rende il suo matrimonio perfetto. “Ci hanno presentati alcuni amici in comune in Umbria – ricorda -. Dicevano che eravamo uguali. Lui faceva il manager a Dubai, io saltavo da un set all’altro. Risultato? Per un mese e mezzo ci siamo sentiti e conosciuti sono per telefono. Poi è arrivato un weekend sul lago di Como…”. E vissero felici e contenti.
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