Incredibile svolta nelle indagini sulla morte e la sparizione di Roberta Ragusa: l’indizio che potrebbe risolvere il mistero definitivamente.
La scomparsa di Roberta Ragusa è stato uno dei casi di cronaca più seguiti dagli italiani negli ultimi 10 anni. La donna è sparita all’improvviso, dopo aver avuto una violenta discussione con il marito Antonio Logli. Dalle indagini si è scoperto che l’uomo aveva una relazione da molti anni con una collaboratrice e amica di famiglia, Sara Calzolaio. La donna aveva cominciato a frequentare la famiglia come babysitter. Proprio gli anni passati ad accudire i figli della coppia avevano fatto sì che la ventenne toscana diventasse una persona di fiducia sia per Antonio che per Roberta.
Ben presto Antonio ha cominciato a riservarle delle attenzioni speciali, decidendo persino di assumerla come segretaria nell’autoscuola che gestiva. Gli inquirenti ritengono dunque che Roberta Ragusa possa aver scoperto la relazione tra il marito e l’ex babysitter e che da quella scoperta sia nata una violenta lite culminata con l’uccisione della donna da parte di Logli. Stando alla ricostruzione processuale degli avvenimenti, Logli avrebbe in seguito nascosto il cadavere della moglie per sviare le indagini e cercare di non farsi incriminare.
A far sospettare dell’uomo è stata chiaramente la relazione extra coniugale, che rappresenta un possibile e forte movente per compiere un omicidio. Inoltre qualche giorno dopo la scomparsa della donna, Antonio Logli si è recato al fiume Serchio, effettuando quella che per gli inquirenti è stata una sosta sospetta. Questi infatti ritengono che l’uomo possa essersi recato in quella zona per disfarsi del cadavere della moglie.
Roberta Ragusa, svolta nelle indagini: trovato un resto del suo cadavere?
Nonostante in questi anni non sia mai stato trovato il cadavere di Roberta Ragusa e Logli abbia negato seccamente di essere coinvolto nella sua scomparsa, il marito della donna è stato condannato in via definitiva a 20 anni di carcere per omicidio e occultamento di cadavere. Ancora oggi l’uomo si definisce innocente e sostiene che la moglie possa aver deciso di scomparire volontariamente. Non essendoci ancora una prova schiacciante di colpevolezza, infatti, spera di poter ottenere una revisione del processo.
A giugno scorso, però, c’è stata una svolta nel caso Roberta Ragusa che potrebbe una volta per tutte mettere la parola fine alla vicenda processuale. Un addestratore di cani ha infatti trovato un osso umano sulla riva del fiume Serchio ed ha immediatamente avvisato le autorità. Si ritiene che quello, data la zona del ritrovamento (il fiume si trova a 19 minuti di macchina dall’abitazione della famiglia Logli), possa essere uno dei resti della donna scomparsa.
Al momento la Procura non si è pronunciata sul ritrovamento, si attende infatti l’esito degli esami del dna. Si tratta di una svolta di notevole importanza, poiché se il dna dovesse corrispondere con quello di Roberta Ragusa sarebbe la prova definitiva della colpevolezza di Antonio Logli e la dimostrazione che la verità processuale emersa negli anni scorsi corrisponde con quella fattuale.