Il tar del Lazio ha sentenziato che Report dovrà svelare le fonti nel caso degli appalti lombardi, ma la Rai si schiera in favore dei giornalisti.
In seguito al servizio sugli appalti lombardi, un avvocato citato dal programma d’inchiesta Report ha fatto un esposto al tar del Lazio con il quale chiede che vengano svelate le fonti. Lo scorso 20 giugno è giunta la sentenza del tar che dà ragione all’avvocato e invita la trasmissione di Rai Tre a svelare le fonti. Tuttavia Sigfrido Ranucci, conduttore del programma, si è opposto alla sentenza ed ha dichiarato di non avere intenzione di svelarle, per proteggere i testimoni.
La querelle tra Report ed il Tar del Lazio ha creato una divisione nazionale. La Rai ha deciso di tutelare i propri giornalisti, parlando di: “Precedente gravissimo, un attacco all’indipendenza e all’autonomia dell’informazione”. L’emittente statale ha anche assicurato che difenderà i propri dipendenti in tutti i gradi di giudizio e aggiunto che se sarà necessario presenterà ricorso al Consiglio di Stato.
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Report dovrà svelare le sue fonti?
Sulla questione sono intervenuti anche diversi membri della politica italiana. Il capogruppo della Vigilanza Rai, Massimo Capitanio, accusa l’azienda di “Stucchevole vittimismo”, mentre il segretario del PD Enrico Letta dà ragione ai giornalisti: “Le sentenze si rispettano sempre. Ma questa del Tar sulle fonti di Report lascia davvero perplessi. Non vedo come possa resistere agli ulteriori gradi di giudizio”. Sullo stesso avviso Di Nicola, vicepresidente della Vigilanza Rai: “Crea un pericolosissimo precedente che mette in discussione la segretezza delle fonti giornalistiche e con essa la libertà di stampa”.
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Interrogato sulla questione da un lettore, Alessandro Cecchi Paone sulla propria rubrica su ‘Nuovo Tv‘ dà ragione ai giornalisti di Report, scrivendo: “E’ una brutta pagina che puzza di censura preventiva da condannare. Per fortuna, però, si tratta del primo grado appellabile della giustizia amministrativa”. Quindi aggiunge che la cosa più importante è stato l’appoggio immediato della Rai: “L’importante è che la Rai abbia chiarito di voler tutelare il programma in tutte le sedi, in nome della libertà del servizio pubblico televisivo”.