“Un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l’umanità“: sono queste le celeberrime parole che Neil Armstrong pronunciò nel momento in cui – durante la missione Apollo 11 del 1969 – mise piede sul suolo lunare, passando alla storia come il primo uomo ad aver calpestato il nostro satellite.
Da allora, di salti in avanti in ambito spaziale ne abbiamo fatti decisamente tanti, ma mai come adesso ci siamo sentiti così vicini (seppur ancora estremamente lontani) all’insediamento di una colonia umana su un corpo celeste diverso dalla Terra.
Non a caso, infatti, è proprio questo l’ambizioso obiettivo dell’esperimento attualmente portato avanti da ventototto università cinesi, che – all’interno della sonda Chang’e-4, prodigiosamente sbarcata sul lato oscuro del nostro satellite lo scorso 3 gennaio – sono riuscite a far crescere il primo germoglio sulla Luna, sfruttando un semplice seme di cotone.
“Questa è la prima volta che gli esseri umani sperimentano la crescita biologica sulla superficie lunare“, ha commentato Xie Gengxin, direttore del progetto e professore presso l’Istituto di Ricerca Tecnologica Avanzata dell’Università di Chongqing. Il fine ultimo della ricerca è quello di dar origine a una biosfera, a un ecosistema artificiale e autonomo in grado di fornire dati concreti e affidabili sulla possibilità di coltivare frutta e verdura su altri pianeti per il nostro futuro – e ipotetico – sostentamento.
Il primo germoglio sulla Luna è custodito tra le pareti di una minuscola serra di alluminio insieme a uova di moscerino della frutta e leviti, nonché a semi di patata e Arabidopsis (una varietà di senape). I campioni vegetali sono stati sottoposti a uno speciale trattamento biologico per rimanere dormienti nei venti giorni di viaggio dalla Terra al satellite e, dunque, il loro sviluppo è iniziato solo quando il centro di controllo ha inviato il segnale necessario a dare avvio all’irrigazione del contenitore. Tuttavia, almeno fino a oggi, la piantina di cotone è stata l’unico esemplare a mostrare una crescita.
La China National Space Administration (CNSA, equivalente cinese della NASA) ha annunciato di aver in programma altre quattro missioni lunari. Il modulo di esplorazione Chang’e-5 verrà lanciato entro la fine del 2019 e riporterà indietro alcuni materiali del corpo celeste. Il vicepresidente dell’organizzazione, Wu Yanhua, ha inoltre specificato che questa serie di operazioni anticiperà la costruzione di una base di ricerca sulla Luna, ipotizzando di poter servirsi dell’impiego della tecnologia di stampa 3D.
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