Ai fini delle pensioni di anzianità il part time verticale sarà riconosciuto per intero: saranno validi anche i periodi di non lavoro.
L’Inps ha finalmente dato corso, con la circolare 74, a una importante norma dell’ultima legge di Bilancio. Il part time verticale sarà riconosciuto per intero, vale a dire anche per i periodi non lavorati, ai fini dell’anzianità contributiva utile ad accedere alla pensione. La novità riguarda tutti i dipendenti privati che svolgono o hanno svolto lavoro a tempo parziale per alcuni giorni alla settimana, alcune settimane al mese o alcuni mesi all’anno. E, dati alla mano, il loro numero è consistente.
Le novità per le pensioni di anzianità
La novità annunciata nella circolare dell’Inps va a sanare quella che era a tutti gli effetti una disparità tra i dipendenti delle aziende private e il settore pubblico, dove questo tipo di part time è già conteggiato interamente ai fini dell’anzianità lavorativa. Se infatti un dipendente pubblico lavora quattro giorni alla settimana, o a settimane alterne, o alcuni mesi sì e altri no, si vedrà riconoscere l’intero anno ai fini del requisito degli anni di lavoro per l’accesso alla pensione (per esempio, 20 anni per l’assegno di vecchiaia a 67 anni).
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Si tratta di “una riforma attesa e quanto mai giusta” ha intanto commentato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, “soprattutto per le donne che devono affrontare periodi di attività ridotta per motivi legati alla maternità o per altre esigenze”.
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Una circostanza, quest’ultima, quanto mai attuale, tra restrizioni legate al Covid e impatto della crisi economica sulla mole di lavoro delle aziende private. La novità, inoltre, vale per i contratti in corso in via automatica, mentre per quelli passati occorre presentare un’apposita domanda all’Inps.