Pensioni, le novità. Aumentare la propria pensione mensile è possibile: basta fare il riscatto della laurea o si può aderire ai fondi pensione per categoria. Vediamo tutti i dettagli e se conviene davvero.
Per chi non lo sapesse, è possibile rendere la propria pensione un po’ più pingue grazie agli alla laurea e/o aderendo a un fondo pensione integrativo per categoria. Infatti, gli anni passati a studiare sulle sudate carte in università possono essere riscattati e trasformati a fini pensionistici. Sebbene questa soluzione faccia assai gola, non è proprio economica e quindi non tutti possono accedervi. Per ogni anno di studio si devono sborsare 5.264,49 euro. Se una persona ha conseguito una laurea quinquennale, arriverà a spendere 26.322,45 euro, rateizzabili in massimo 10 anni. Non stiamo parlando di briciole di pane, per questo c’è anche la possibilità di aderire a un fondo pensione integrativo. Ma che cos’è e come funziona?
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Pensioni, i fondi integrativi sono davvero utili?
I fondi pensione integrativi sono fondi privati sottoscritti parallelamente a quello dell’INPS e cambiano da fondo a fondo, a seconda della categoria lavorativa di appartenenza. Esistono poi anche delle società di fondi, sempre private, che propongono i loro sistemi di accantonamento pensionistico e non dipendono dalla categoria lavorativa. Se si va ad unire un fondo pensionistico di questo genere al riscatto della laurea, pur rateizzandolo, darebbe la possibilità a chi ne fa richiesta di andare in pensione prima rispetto al pronosticato e con un assegno vitalizio più alto.
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Visto il costo elevato che è richiesto per riscattare gli anni universitari, non tutti possono permetterselo o decidono di usufruirne. Nonostante ciò, è una possibilità da tenere in considerazione e su cui è bene ragionare non solo perché gli anni di studio vengono così accomunati ad anni di lavoro, ma perché possono poi dare un grande beneficio.
