Tra le tante onorificenze e gli altrettanti riconoscimenti, Lino Banfi può vantare anche una missiva da parte di Papa Francesco.
L’attore comico Lino Banfi è ormai unanimemente riconosciuto come uno degli artisti più influenti del nostro Paese. La sua carriera è cominciata con il cinema italiano di “Serie B”, quelle commedie sexy all’italiana che nel periodo in cui venivano girate erano considerate di secondo o terzo piano. A quel tempo, dunque, Lino Banfi veniva considerato una specie di attore secondario, ma con il passare del tempo anche quelle pellicole di gioventù hanno acquisito maggiore considerazione non solo da parte del pubblico, ma anche della critica.
Il cambio di percezione della sua figura da parte del pubblico, tuttavia, è avvenuto grazie all’interpretazione di Nonno Libero in ‘Un Medico in Famiglia’, fiction andata in onda tra gli anni ’90 ed i 2000 e forse primo vero fenomeno di massa tra le serie prodotte in Italia. Quel ruolo, a cui anche Lino è molto legato, gli ha permesso di essere conosciuto dalle nuove generazioni, ma anche di essere rivalutato dalle vecchie.
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Papa Francesco, la bella lettera a Lino Banfi
In questi anni il suo lavoro e la sua importanza sociale è stata riconosciuta con il titolo di Cavaliere di Gran Croce, quello di Ambasciatore Unicef e di recente con quello di membro della commissione italiana all’Unesco. Il riconoscimento a cui tiene di più però è quello che gli è giunto tramite missiva da Papa Francesco. Il Pontefice infatti gli ha riconosciuto un ruolo fondamentale nella società italiana e nella diffusione della fede: “Testimone della gioia, nonno di una nazione intera che ha condiviso con tante generazioni il dono del sorriso che viene da Dio ed è una missione”.
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Fervente cattolico, Lino ha provato grande gioia nel ricevere questa lettera e nel sapere che il Papa lo tiene in grande considerazione, tuttavia fino a poco tempo fa la missiva è state tenuta segreta. D’altronde una lettera privata del Pontefice non può essere condivisa senza prima ricevere il consenso da parte della Santa Sede, un permesso che è giunto poco tempo fa come rivelato proprio fa Banfi al Corriere della Sera: “Ho pensato: ma è troppo bella per tenerla tutta per me. Però non è che puoi condividere una cosa così senza permesso. Faccio chiedere ed una decina di giorni fa mi è arrivata la telefonata: ‘Sono il segretario di Sua Santità, può dirlo a chi vuole, anche a un giornale'”.