Il caso di Nada Cella, dopo 25 anni, potrebbe finalmente essere risolto. Tutto si basa su due prove: un bottone ed una serie di telefonate.
Le indagini sul caso di Nada Cella (rimasto irrisolto dal lontano 1996) hanno finalmente ricevuto una svolta quando la procura di Genova ha finalmente aggiunto un nuovo nome nel registro degli indagati. Ad essere accusata dell’omicidio è Annalucia Cecere, che all’epoca del fatto aveva 28 anni. Per arrivare alla fine di questa indagine (ed arrestare il colpevole, che questo sia la Cecere o meno) servono delle prove: è su questo, adesso, che gli inquirenti si stanno concentrando.
Leggi anche -> Nada Cella, chi è la donna che potrebbe averla uccisa per gelosia
La prima prova di cui si è parlato è il bottone ritrovato sulla scena del crimine: un oggetto particolare, in bronzo, con una stella a cinque punte disegnata e la scritta ‘great seal of the State of Oklahoma 1907’. A quanto pare cinque bottoni identici furono trovati in casa della Cecere (e questo ha gettato il primo sospetto in direzione della donna).
Nada Cella, la telefonata misteriosa
Il 16 maggio del 1996, sbagliando numero, una testimone ha chiamato l’ufficio dell’avvocato Cella: è possibile che la donna, visto il cognome identico, abbia creduto di chiamare un parente della defunta Nada. “Si conoscono signora. È che stanno tutte zitte, perché eravamo diverse… Io non so perché le altre non parlano, eravamo in cinque” si sente dire alla donna, che però non lascia nessun nome o recapito. Con ‘diverse’ la testimone probabilmente intende ‘più di una’. E poi: “Abbiamo detto, ce l’ha l’ardire perché quando dice: ‘Le spacco la testa in due…'” (qui con ‘che l’ha l’ardire’ intende ‘ha il coraggio di farlo’).
Leggi anche -> Omicidio Nada Cella, svolta: Annalucia Cecere indagata dopo 25 anni
I problemi di queste telefonate sono due: chiunque abbia chiamato è rimasto anonimo, e sono state fatte 25 anni fa. La testimone si è auto-descritta come ‘signorina’ pur avendo una voce già adulta (per cui gli investigatori hanno ipotizzato che potesse trattarsi di una signora già in età avanzata, ma nubile). Questa possibilità getta un’ombra sulla speranza di ritrovare questa anonima testimone: sono passati così tanti anni che è possibile che non sia più viva.