A distanza di 24 anni dalla morte di Lady Diana, il primo chirurgo che la soccorse in ospedale racconta le ultime ore della Principessa.
Solo oggi il chirurgo che si è occupato di lei, il dottor Monsef Dahaman, ha acconsentito di parlare in un’intervista di quello che è successo in ospedale. All’epoca era un giovane medico alle prime armi (aveva 35 anni). Quel giorno è stato chiamato d’urgenza al Pronto Soccorso per occuparsi di una donna in gravi condizioni: “All’improvviso mi chiama l’anestesista Bruno Riou, mi dice di correre al Pronto Soccorso dell’ospedale Pitié Salpetrière. Non mi disse che c’era Lady Diana, ma solo che c’era stato un grave incidente e si trattava di una giovane donna”.
Una volta giunto al Pronto Soccorso, il dottor Dahaman ha compreso il motivo di tale urgenza: “Per qualsiasi chirurgo è importante provare a salvare una giovane donna in quella condizioni. Ma sicuramente lo è ancora di più se è una principessa. Diana Spenser arrivava in ospedale con emorragie interne molto gravi”.
L’obbiettivo dei medici era quello di evitare, se possibile, l’operazione al cuore, ma alle 2 di notte il suo battito si è fermato ed il dottor Dahaman ha deciso di agire rapidamente facendo un drenaggio in barella: “Ho fatto questa procedura per consentirle di respirare. Il suo cuore non poteva funzionare correttamente perché mancava di sangue“. Mentre effettuava questa operazione, il medico si rende conto che il cuore di Diana ha uno strappo all’altezza del pericardio che causa un’emorragia interna gravissima.
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A quel punto era chiaro che l’operazione era l’unica chance di salvarle la vita e per effettuarla viene contattato il miglior cardiochirurgo del Paese: il luminare Alain Pavie. Questo giunge in ospedale rapidamente, fa trasferire Lady D in sala operatoria, trova e salda tutti gli strappi per fermare l’emorragia e darle una possibilità di sopravvivenza, ma anche questa operazione fu inutile.
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Dahaman con evidente commozione al pensiero racconta: “Abbiamo provato diverse volte le scosse elettriche e, come avevo fatto al Pronto Soccorso, il massaggio cardiaco. Il professor Riou aveva somministrato adrenalina. Ma non siamo riusciti a farle battere di nuovo il cuore. Ci abbiamo provato tanto, tantissimo, abbiamo fatto tutto il possibile”.
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