Mario Biondo è morto nel 2019, ed il suo caso è stato subito archiviato come suicidio: ma se qualcuno avesse scoperto una verità diversa?
Mario Biondo era un cameraman che, nel 2019, venne ritrovato morto impiccato nella sua casa di Madrid (abitazione che condivideva con la moglie Raquel Sánchez Silva, conduttrice spagnola di successo). Il caso, nonostante le proteste di amici e famiglia, venne quasi subito archiviato come suicidio.
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“Siamo in attesa delle certificazioni, due smartphone risulta abbiano effettuato l’accesso sugli account social di Mario Biondo” ha spiegato il legale Carmelita Morreale. Pare che ad effettuare la grande scoperta sia stato Emme Team, gruppo di consulenze italo-americano. La morte di Biondo ora potrebbe risultare come omicidio, invece che come suicidio (come la famiglia della vittima ha sempre sostenuto). Parrebbe, quindi, che qualcuno abbia usato i profili social del cameraman dopo la sua morte: si pensa a due persone, una delle quali sarebbe già stata identificata. La famiglia di Biondo, ora, ha chiesto alla Procura di verificare l’attendibilità dei dati scoperti da Emme Team.
L’hacker di Mario Biondo: ci si può fidare dell’Emme Team?
“Ribadisco. La società Emme Team non esiste (neppure una partita iva), ha fornito identità false quando ha stipulato contratti, è stata denunciata”. Così ha scritto Selvaggia Lucarelli sul suo profilo Twitter, dopo aver per giorni cercato di capire di più sul gruppo che assicura di aver scoperto l’identità dell’hacker di Mario Biondo. Emme Team ultimamente sta guadagnando molto successo: la consulenza dell’azienda avrebbe anche portato alla riesumazione del corpo di Tiziana Cantone (con il sospetto che la donna sia vittima di omicidio e non di suicidio). Anche Le Iene, che inizialmente avevano supportato il gruppo, vi hanno dedicato un servizio intitolato ‘Emme Team – eroi del web o è tutto un bluff?’. La verità sul gruppo di consulenze deve ancora essere scoperta; intanto si spera che le famiglie delle vittime i cui casi sono stati riaperti non debbano tornare a soffrire.