Ripercorriamo l’incredibile storia di Monica Contraffatto: dalla bomba in Afghanistan alla doppia medaglia alle Paralimpiadi.
L’estate 2021 ha regalato grandissime soddisfazioni agli italiani appassionati di sport e grande lustro al movimento sportivo del nostro Paese. Il tutto è cominciato con la vittoria a sorpresa dell’Europeo di calcio, quindi è continuato con un numero sorprendente di medaglie alle Olimpiadi di Tokyo (per la prima volta abbiamo conquistato l’oro nei 100 metri) e si è concluso con una pioggia di medaglie alle Paralimpiadi.
Tra le tante storie che questi eventi sportivi hanno raccontato, la più bella è sicuramente quella della finale dei 100 m femminili alle Paralimpiadi. A vincere è stata la giovanissima Ambra Sabatini (19 anni), seguita dall’amica Marta Caironi (31enne di Bergamo) e dall’altra amica Monica Contraffatto (40 anni). La storia di quest’ultima è probabilmente la più incredibile di tutte, poiché è emblema di come la forza di volontà possa portare a qualsiasi risultato.
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Monica Contraffatto, la sua storia: dalla disperazione al tetto del mondo
Nel 2012 Monica si trovava di stanza alla base italiana nella città afghana di Farah con il ruolo di Caporal Maggiore dei Bersaglieri. Il 24 marzo di quell’anno la base subisce un attentato esplosivo che causa la morte di una persona e ne ferisce altre cinque. Tra i feriti c’è pure lei: a causa dell’esplosione Monica perde la gamba destra ed in un primo momento il mondo le crolla addosso.
La speranza rinasce poco dopo: mentre si trova bloccata in ospedale Monica vede per la prima volta una gara delle Paralimpiadi e decide in quel momento che nel 2016, ovvero 4 anni dopo, avrebbe partecipato a quelle di Rio. Con tantissima determinazione Monica Contraffatto si allena e diventa veloce al punto da conquistare la qualificazione. Quell’anno si porterà a casa la medaglia di bronzo nella finale dei 100 metri, disciplina che diventa la sua specialità.
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Quest’anno, a 40 anni, Monica partecipa nuovamente in rappresentanza dell’Italia e ottiene lo stesso risultato di 5 anni prima. A fine gara l’atleta italiana ha dedicato il risultato proprio all’Afghanistan: “Dedico la mia medaglia all’Afghanistan, il Paese che mi ha tolto qualcosa ma che mi ha dato anche tanto”.