I risultati delle urne hanno confermato la crescita esponenziale di Fratelli d’Italia e il crollo della Lega: quale futuro per Salvini?
Gli esiti delle votazioni alle Politiche 2022 hanno di fatto confermato quelle che erano le intenzioni di voto manifestate dagli italiani negli ultimi sondaggi. Oltre il 25% degli elettori ha accordato la propria fiducia a Giorgia Meloni e FdI, unica figura politica e unico partito ad aver fatto negli ultimi 4 anni costantemente opposizione, senza accettare compromessi e accordi per favorire la continuità di governo durante il periodo di crisi.
Il risultato più eclatante, però, è quello della Lega, partito che ha perso circa il 9% rispetto al 2018 ma che ha addirittura perso il 21% rispetto alle preferenze che i sondaggi gli accordavano nel 2019, dopo il primo anno di governo Conte, quello in cui Salvini governava insieme a Di Maio. Un crollo verticale dovuto alle scelte compiute dal segretario Matteo Salvini, prima disposto a tutto per andare al voto, ma poi concorde nel sostenere il governo Draghi dopo la caduta del Conte Bis.
All’indomani della tornata elettorale, dunque, abbiamo un quadro chiaro delle preferenze degli italiani che hanno accordato al centrodestra circa il 44% delle preferenze. I numeri ottenuti dalla coalizione formata da FdI, Forza Italia e Lega sono sufficienti a formare un governo e dovrebbero assegnargli una maggioranza sufficiente a mandare avanti il Paese senza troppe problemi. Ciò nonostante è evidente che all’interno stesso della coalizione di destra ci siano vinti e vincitori.
Giorgia Meloni ha stravinto il confronto con Berlusconi e Salvini. Forza Italia non rappresenta più un partito di maggioranza nel Paese e questa è sicuramente una sconfitta per Berlusconi, ma il risultato di questa tornata elettorale mostra come il vero sconfitto sia Salvini che dagli elettori della destra ha perso consensi in favore sia di Giorgia Meloni che di Berlusconi. Il risultato mette in discussione la sua leadership sul partito e potrebbe portare ad un cambio netto alla guida della Lega.
Già da qualche tempo si vocifera infatti che all’interno del partito ci siano correnti contrarie a Salvini e favorevoli a Luca Zaia. Possibile che dopo questa mancata affermazione nazionale e davanti al costante declino dei consensi Salvini possa perdere il ruolo di segretario e a quel punto potremmo anche assistere ad una scissione in stile renziano. Non è escluso, infatti, che una volta perso il ruolo di segretario, il leader leghista decida di portare con sé i fedelissimi e creare un nuovo partito. Mossa che creerebbe un ulteriore schieramento nella maggioranza possibilmente dannoso alla stabilità stessa del governo.
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