La morte di Mario Biondo, cameraman palermitano deceduto in Spagna nel 2013, rimane avvolta dal mistero: chi aveva interesse ad ucciderlo?
La vita di Mario Biondo sembrava stesse andando nel migliore dei modi. Il cameraman palermitano aveva trovato la stabilità economica in Spagna e da qualche anno aveva trovato anche l’amore sposando la nota giornalista spagnola Raquelle Sanchez Silva. Quello che sembrava un idillio si è concluso tragicamente il 30 dicembre del 2013, quando il corpo senza vita dell’uomo è stato trovato appeso alla libreria della casa di Madrid con un cappio al collo.
Le investigazioni effettuate dalle autorità spagnole si sono dirette immediatamente sull’ipotesi del suicidio, suggerita dalla posizione in cui è stata ritrovato il corpo. Tuttavia il caso è subito sembrato strano per via delle dichiarazioni non del tutto convincenti della vedova di Biondo. Inoltre la famiglia del ragazzo morto a Madrid ha sempre respinto l’ipotesi del suicidio e cercato la verità per vie legali.
La prima inchiesta italiana sul caso è stata aperta nel 2016, ma le indagini si sono concluse dopo poco con l’archiviazione. Una seconda indagine è stata aperta nel 2020 ed anche in questo caso la morte di Biondo è stata archiviata come suicidio dalla Procura di Palermo. La svolta è giunta nell’agosto di quest’anno, quando il Gip di Palermo Nicola Aiello ha concluso che la morte di Mario Biondo non è stata causata da un suicidio o da un gioco erotico finito male, ma dall’aggressione letale di qualcuno di non identificato.
Mario Biondo, la morte del cameraman è destinata a rimanere un mistero irrisolto
Nonostante il Gip di Palermo sia arrivato a concordare con la famiglia di Mario Biondo che l’uomo è stato probabilmente ucciso, si è visto in ogni caso costretto ad archiviare per la terza volta il caso per mancanza di prove: “Gli elementi che si traggono dal fascicolo del pubblico ministero ad avviso del giudice smentiscono la tesi suicidaria e lasciano pensare che Mario Biondo fu ucciso da mani rimaste ignote e successivamente collocato in una posizione atta a simulare un suicidio”.
Nonostante per il Gip l’ipotesi più plausibile sia quella di un omicidio, lo stesso spiega che oggi, a nove anni di distanza dall’accaduto, è impossibile rintracciare gli autori del crimine. La condotta delle indagini da parte delle autorità spagnole, infatti, avrebbe rovinato l’esito delle indagini, impendendo di fatto di raggiungere la verità sull’accaduto e di scoprire i reali colpevoli. Il Gip ritiene che gli investigatori avrebbero dovuto esaminare attentamente la scena del delitto, effettuare delle intercettazioni ambientali e telefoniche per scoprire se la vedova o qualcun altro che conosceva Mario era coinvolto.
La famiglia del cameraman, dopo le conclusioni di Nicola Aiello, ha gioito per essere riuscita a portare a galla una porzione della verità: “Finalmente abbiamo dato dignità a Mario. Mio figlio non si è ucciso, non ha fatto uso di droga né è morto durante un gioco erotico. Non sappiamo tutto, ma almeno gli abbiamo dato dignità, ha infatti dichiarato la madre. Probabilmente nei prossimi mesi la famiglia Biondo presenti alla Farnesina una richiesta di riapertura delle indagini in Spagna, allo scopo di aggiungere un ulteriore tassello di verità a questa brutta vicenda.