Grandi emozioni al Concertone Primo Maggio: l’edizione di quest’anno è stata carica di significati simbolici, per via della guerra in corso e non solo…
“Rivedervi tutti è davvero incredibile, finalmente qui a piazza San Giovanni, la piazza è tornata a vivere, grazie!”. Con queste parole, e la voce rotta dalla commozione, Ambra Angiolini ha dato il fischio d’inizio al tradizionale “Concertone” del Primo Maggio nella piazza romana San Giovanni (e in diretta tv su Rai Tre). Vedere tante persone riunite dopo l’incubo della pandemia è stata un’emozione incredibile: era dal 2019 che l’evento non si teneva di fronte alla piazza gremita.
“Dopo due anni di piazza vuota siamo qui insieme per ricordarci che la libertà e il lavoro sono diritti di ogni essere umano e che non possono prescindere dalla parola rispetto”, ha proseguito Ambra Angiolini, che per l’occasione ha indossato una maglia con i colori dell’Ucraina. “Iniziamo purtroppo questo concertone con un diritto in serio pericolo, con un diritto in meno: la pace”.
Più avanti Ambra ha ricordato che non c’è solo la guerra in Ucraina da combattere, ma anche quella più vicina a noi, che ogni giorno fa vittime innocenti. Quindi ha citato il caso di Manuel Bortuzzo, il nuotatore ed ex gieffino Vip costretto su una serie a rotelle a causa di uno scambio di persona: era il 3 febbraio 2019 quando, nel quartiere Axa di Roma, fu raggiunto da alcuni colpi di pistola fuori da una tabaccheria per “errore”.
“Dopo il Covid siamo tornati in un mondo reale che purtroppo è ancora color rabbia”, ha gridato dal palco Ambra Angiolini. “Dobbiamo abbandonare ‘il fott..re per non essere fott…ti’, che è un vizietto di tanti, troppi di noi”. E ancora: “La guerra che subiamo tutti i giorni è anche Simone Baroni aggredito e preso a pugni mentre passeggiava una sera, proprio qui, dietro a San Giovanni, solo perché gay. La guerra è anche un revolver calibro nove in mano a Lorenzo e Daniel che viaggiano sullo scooter e sparano tre colpi alla ceca contro Manuel Bortuzzo mentre compra le sigarette in una tranquilla serata romana…”.
Infine l’ex ragazza di Non è la Rai ha ricordato il caso di Marco Vannini e i femminicidi di Lucia, Sonia, Angela, Lucia, Caterina, Romina, Liliana, uccise da chi “diceva di amarle”. “Di questa guerra siamo tutti responsabili, dobbiamo cambiare le cose”, ha concluso la Angiolini, tra gli applausi scrocianti della piazza San Giovanni.
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