Continuano le indagini sulla morte di Liliana Resinovich: le accuse ai danni del marito Sebastiano e del figlio Piergiorgio, cosa c’è di vero.
La morte di Liliana Resinovich è il caso di cronaca nera del momento. A renderlo tale sono le circostanze misteriose che hanno portato alla morte della donna friulana. Questa infatti è scomparsa la sera del 14 dicembre 2021, poco prima di andare a fare visita all’amico Claudio Sterpin. Proprio questo è stato il primo ad insospettirsi per la sparizione dell’amica, visto che avevano appuntamento e lei non si è presentata, ma soprattutto che non rispondeva ai telefoni.
Il marito, Sebastiano Visitin, sapeva che doveva uscire e quando l’amico della moglie, Claudio, ha chiesto notizie di lei, ha cominciato a preoccuparsi. Il giorno dopo è stata sporta denuncia di scomparsa proprio da Sebastiano. Le ricerche sono andate avanti sino al 5 gennaio, giorno in cui purtroppo il corpo della donna è stato trovato privo di vita.
Quel giorno il marito ha espresso tutto il dolore che provava per la tragedia avvenuta, dolore che è sembrato sincero. Tuttavia su ciò che è successo il giorno della scomparsa di Liliana nutrono dei dubbi sia il fratello Sergio che l’amico Claudio. Entrambi sono convinti che la donna non si sarebbe mai tolta la vita e che qualcuno l’abbia uccisa.
Il fratello ha esposto le proprie perplessità sul cognato, sottolineando come questo, nei giorni in cui la sorella non si trovava, parlasse esclusivamente di denaro e bollette e non avesse il pensiero alla sorte della moglie. Secondo quanto riportato da Il Piccolo, proprio Sergio avrebbe inviato una lettera nella quale sostiene di essere convinto che ad uccidere la sorella sia stato un membro della famiglia che in passato aveva chiesto denaro a Liliana e con il quale c’erano stati screzi.
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Liliana Resinovich, la posizione del marito e del figlio di Sebastiano
In una recente intervista Sebastiano Visitin si è detto devastato dalle voci che girano sul suo conto e su suo figlio Piergiorgio: “Io mi sto consumando, perché oltre al dolore devo reggere il fango che stanno buttando addosso prima a me e ora anche a mio figlio. Pesavo 82 chili e ora 74”. Il suo legale, Paolo Bevilacqua, ha poi chiarito che il figlio del suo assistito si è recato volontariamente in questura per chiarire la sua posizione.
Rilasciando una dichiarazione volontaria, Piergiorgio ha chiarito di non aver chiesto mai insistentemente denaro al padre e alla sua compagna. Inoltre ha sottolineato come non la vedesse ormai da tre anni e come anche il rapporto con il padre in questi anni si era allentato. I due si vedono raramente e di recente non si erano visti. Insomma ha specificato come le voci sul suo conto siano illazioni prive di fondamento.
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Il legale ha anche sottolineato che Piergiorgio non è indagato per la morte di Liliana: “Non è accusato processualmente di niente, è accusato dalla voce del popolo; non ha ricevuto nessun tipo di avviso o comunicazione”. La Procura di Trieste in questo momento sta attendendo gli esami tossicologici per appurare che la donna non sia stata avvelenata o abbia assunto volontariamente delle sostanze che ne hanno causato la morte.