Proseguono le indagini sul caso Liliana Resinovich: gli investigatori nelle scorse ore hanno prelevato il DNA di Sebastiano.
Cosa sia successo a Liliana Resinovich, donna scomparsa a metà dicembre in Friuli e ritrovata morta ad inizio gennaio, è ancora un mistero su cui le forze dell’ordine stanno indagando con perizia e molta cautela. Allo stato attuale delle cose, infatti, è stata aperta un’indagine per sequestro a carico di ignoti, dunque nessuno è ufficialmente sospettato per la morte dell’insegnante.
In mancanza di prove certe, infatti, gli investigatori hanno lasciato aperte tutte le piste. Non si esclude la possibilità che Liliana si sia tolta la vita sebbene la modalità del presunto suicidio sono insolite (anche se pare che ci siano stati casi simili in passato). Non si esclude nemmeno la pista dell’omicidio e i recenti sviluppi delle indagini sembrano portare proprio al tentativo di capire se qualcuno possa averla uccisa.
La scorsa settimana c’è stata un svolta in tal senso: dagli esami effettuati sul cordino stretto intorno al collo della donna, infatti, è stata trovata una flebile traccia di DNA maschile. Una volta isolata la possibile prova dell’omicidio, le forze dell’ordine stanno procedendo ad alcuni riscontri per capire se c’è una corrispondenza che costituirebbe una prova di colpevolezza.
Liliana Resinovich, prelevato il DNA del marito Sebastiano: cosa significa
Ieri pomeriggio, nel corso dell’ultima puntata de La Vita in Diretta, Alberto Matano ha annunciato che è stato prelevato il DNA di Sebastiano Visintin. Si tratta di una procedura tesa ad eliminare possibili sospetti di coinvolgimento del marito nella morte della donna. Il suo infatti non è l’unico DNA che è stato prelevato per i riscontri avviati dalle forze dell’ordine.
L’uomo ha sempre negato le accuse che gli sono state mosse in questi mesi ed anzi ad inizio gennaio si è detto sicuro che Liliana non si era tolta la vita e che la colpa potrebbe essere di qualcuno di cui lei si è fidata e che si è approfittato di questa fiducia per porre fine alla sua vita. La traccia di DNA trovata sul cordino potrebbe sciogliere i dubbi su ciò che è capitato alla donna, aprendo la strada ad uno scenario meglio delineato in cui figura un possibile colpevole. Non resta dunque che attendere i risultati dei riscontri per avere un quadro più chiaro su questa drammatica vicenda.
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