Non tutti sanno che Giusy Ferreri è nata con una malformazione al cuore. Per questo la prima volta che ha registrato la sua musica è svenuta.
Sembra un paradosso che una leonessa capace di dominare il palco come nessun’altra cantante sa fare, Giusy Ferreri, abbia un cuore delicato (in senso medico) per via di una malformazione congenita. Eppure è proprio così. “Fin da piccola ho convissuto con la tachicardia ha raccontato l’artista a OK -. Ma quando, a 19 anni, ho avuto una sincope in sala di registrazione, ho capito che dovevo fare qualcosa: e mi sono operata due volte”.
Giusy Ferreri – all’anagrafe Giusepa Gaetana – ricorda come fosse ieri quella prima avvisaglia della sua malformazione cardiaca: “Un attacco improvviso di tachicardia, poi il buio. So di aver emesso uno strano gemito, una sorta di spasmo e di essere caduta a terra svenuta: l’ossigeno non era arrivato al cervello e mi aveva provocato una sincope.
Il motivo? Sono nata con una malformazione cardiaca che mi ha sempre comportato tachicardie anomale. All’inizio, però, quel disturbo era stato diagnosticato come semplice soffio al cuore, molto comune nei bambini e destinato a scomparire spontaneamente con l’adolescenza”.
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“Quando a otto anni ho avuto il primo attacco di tachicardia parossistica – ha aggiunto l’artista – è emersa la verità: soffrivo di sindrome di Wolff-Parkinson-White, una malformazione consistente in un eccesso di fasci di tessuto cardiaco che provoca l’accelerazione dei battiti. Mi hanno prescritto una terapia a base di un farmaco betabloccante che ferma la tachicardia, oltre a controlli annuali di ogni genere: test sotto sforzo, ecocardiogrammi, doppler, monitoraggio del battito durante le attività quotidiane.
Ovviamente, più facevo sforzi e più il mio cuore si metteva a fare il matto, quindi dovevo starmene il più tranquilla possibile: che tristezza guardare le mie compagne di scuola che si scatenavano durante l’ora di educazione fisica, e rinunciare alla gite scolastiche perché troppo rischiose…”.
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Poi, dopo una grave sincope, Giusy Ferreri ha deciso di farsi operare: “Da qualche tempo sentivo parlare di un intervento chiamato ablazione, che veniva praticato da qualche anno. Non dimenticherò mai quell’ estate bollente del 2001 in cui sono entrata all’ospedale Niguarda di Milano per affrontarlo. In teoria si tratta di un’operazione semplice, in anestesia locale, che consiste nel distruggere, con una particolare sonda, quell’eccesso di membrane all’interno del cuore. A me ne sono servite due”.
E oggi? “Dovrei riuscire a evitare lo stress, e la vita frenetica di una cantautrice non è proprio la più indicata – conclude la cantante -. Mi difendo con la respirazione: grazie a una tecnica che mi hanno insegnato, riesco a gestire bene le mie tachicardie emotive da esibizione o da diretta tv, anche perché non sono più dovute al problema di prima. E dopo trenta secondi sul palco, non vorrei più scendere. Cerco di condurre una vita salutare, limito i caffè a due al giorno e mi spiace solo di non trovare tempo e voglia per lo sport. In compenso, durante i concerti tendo a scatenarmi. Allora ho escogitato un trucchetto: indosso tacchi altissimi così non posso esagerare”.
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