Giuseppe De Donno, ex primario di pneumologia e da pochi giorni medico di base, si è tolto la vita nella sua abitazione di Curtatone (Mantova).
E’ morto suicida Giuseppe De Donno, 54 anni appena compiuti, ex primario pneumologo dell’ospedale Carlo Poma di Mantova e figura simbolo della lotta al Coronavirus con l’utilizzo del plasma iperimmune. Il medico ha compiuto l’estremo gesto nel pomeriggio di oggi, 27 luglio, nella sua abitazione di Curtatone, lasciando tutti senza parole: parenti, amici e i tanti estimatori dentro e fuori il mondo della sanità.
Il tragico gesto di Giuseppe De Donno
Dal 5 luglio scorso Giuseppe De Donno aveva cambiato vita, lasciando la carriera da primario ospedaliero per diventare medico di medicina generale a Porto Mantovano. Una scelta sofferta, la sua, e frutto di una lunga riflessione: desiderava stare a contatto con il territorio e seguire più da vicino i suoi pazienti, senza lo stress delle corsie ospedaliere. “L’esperienza del Covid mi ha cambiato – aveva confessato durante una diretta Facebook ringraziando il direttore generale dell’Asst Raffaello Stradoni – e da oggi cambio vita”. Poi, poche ore fa, il tragico epilogo.
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Nel periodo segnato dall’emergenza Covid De Donno era diventato un personaggio noto a livello internazionale, inseguito da giornali e tv che se lo contendevano per capire se avesse davvero trovato la cura contro il Covid-19 insieme al collega e amico Massimo Franchini, primario del Trasfusionale del Carlo Poma. E ha fatto molto discutere anche per le sue continue uscite sui social intervallate da misteriose fasi di silenzio.
Da ormai qualche mese, però, De Donno non era più lo stesso. “Sono stanco – aveva confidato agli amici più stretti – stanco dei troppi attacchi che ho subito, stanco che ancora oggi che sono uscito dall’ospedale continuo a ricevere, anche da parte di colleghi”. Solo pochi giorni fa aveva disdetto all’ultimo minuto un’uscita in compagnia. “Mi dispiace – aveva avvisato – ma non posso venire, voglio stare con mia moglie, sarà per un’altra volta”.
Purtroppo invece la sua comitiva non lo rivedrà mai più. “Sapevamo che aveva attraversato un momento difficile nei lunghi mesi di lotta al Covid, ma sembrava aver trovato nuovo slancio nella sua nuova professione – racconta un amico che lo conosceva bene -. Di lui posso dire che ho avuto a che fare con un medico che ha creduto fermamente nella cura del prossimo, tanto che ha sempre visitato tanta gente anche senza farsi pagare. Ci teneva al rapporto con il paziente”. De Donno lascia nel dolore la moglie Laura Mizzulinich e i due figli Edoardo e Martina.