A dir poco allarmanti le ultime previsioni sulla situazione economica dell’editoria in Italia, delle quali si torna a parlare proprio in occasione della Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, ricorrenza nata nel lontano 1996 su iniziativa dell’UNESCO allo scopo di promuovere la lettura e la protezione della proprietà intellettuale a livello internazionale.
In base a una dettagliata rilevazione compiuta lo scorso 15 aprile dall’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori (AIE) in merito all’impatto che la pandemia di COVID-19 avrà sull’intera filiera di riferimento, infatti, si stima a ben 21.000 il numero di titoli che verranno pubblicati in meno nel corso di tutto il 2020, con 12.500 novità in uscita bloccate, 2.900 titoli in meno da tradurre e oltre 44 milioni di copie che non saranno stampate.
Una gravissima crisi resa ancora più drammatica dalla sensibile crescita del tasso di ricorso alla cassa integrazione, che in una quindicina di giorni – tra coloro che già ne fanno utilizzo e chi è in procinto di fare lo stesso – è giunto al 70%.
Insomma, per editori, biblioteche e librai si prospetta un futuro tutt’altro che roseo, così come più volte sottolineato da Ricardo Franco Levi, noto giornalista e presidente dell’AIE: “I dati sono la voce degli editori, sono una richiesta d’aiuto, molto chiara e con conseguenze di grande impatto. Richiedono una risposta, con misure a doppia velocità: misure immediate, che sostengano la crisi di liquidità del settore, e misure strutturali, per aiutare il mondo del libro a risollevarsi. Aggiungo però, in questa Giornata mondiale del libro, un invito a tutti gli operatori del settore: è tempo di stare uniti e di muoversi coordinati. Con questo spirito abbiamo lanciato un appello congiunto insieme ad AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e ALI (Associazione Librai Italiani) che indica una strada precisa per sostenere tutta la filiera, una strada che Governo e istituzioni mi auguro vogliano intraprendere“.
Per il periodo maggio-agosto la percentuale dei soggetti che temporeggeranno con le uscite, rimandandole ulteriormente, è salita al 42% (a fine marzo si attestava al 34%). Si punta con particolare fiducia sull’ultima parte dell’anno: solo l’8% degli editori immagina di dover rinviare i titoli di settembre-dicembre, sperando in un recupero natalizio. Tengono solo eBook e audiolibri, per i quali si sta testando l’andamento del mercato sui vari store online: nel primo semestre solo l’1% degli interessati dichiara di aver riprogrammato al ribasso le uscite degli eBook, mentre per gli audiolibri tale valore sale al 10%.
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