Gettoni telefonici, se li avete siete ricchi: come riconoscere i pezzi da collezione

Non si usano ormai da anni, eppure al giorno d’oggi potrebbero anche valere una fortuna: eccome come riconoscere i gettoni telefonici da collezione.

gettoni telefonici

J.K Rowilng, rinomata scrittrice della serie di Harry Potter, attribuì alle cabine telefoniche un’utilità ben particolare; ai protagonisti della saga bastava comporre il numero 62442 per arrivare facilmente al Ministero della Magia inglese. La cabina telefonica del Dr.Who (blu, come quelle usate dalla polizia britannica degli anni ’60) ha invece il potere di far viaggiare nel tempo. Con l’arrivo dei cellulari ormai le cabine telefoniche non servono più a nulla: rimosse in molte città, tante vengono più utilizzate dai passanti nei giorni di maltempo per coprirsi dalla pioggia che per fare telefonate.

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Eppure, questo tipo di cabine per alcuni ha ancora un fascino… basti pensare a tutti i turisti che si fotografano all’interno dei ‘casotti’ rossi sparsi per Londra. Per i collezionisti, poi, un oggetto considerato in disuso potrebbe risultare inestimabile: è così che si riscopre (dopo anni dal loro effettivo utilizzo) il valore nascosto dei gettoni telefonici.

Gettoni telefonici, il loro vero valore oggi

I più giovani forse non sanno neanche come siano fatti, eppure in passato i gettoni telefonici erano necessari per fare anche la più breve delle chiamate. La prima di queste ‘monete’ venne coniata nel 1927 in occasione della Fiera Campionaria di Milano: in quell’occasione, però, si potevano usare solo per i telefoni che si trovavano all’interno dell’esposizione. Il mondo avrebbe dovuto aspettare la fine della guerra per poter iniziare ad usare i gettoni anche nelle cabine telefoniche pubbliche.

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Nel 2001 i gettoni telefonici sono stati ufficialmente messi fuori corso e (negli anni) hanno acquisito un certo valore. Agli occhi dei collezionisti quelli migliori sono preservati in condizioni quasi perfette: in questi casi un solo gettone STIPEL può valere tra i 30 ed i 40 euro (un bel gruzzolo se si pensa che nel 1984 venivano vendute a 200 lire, circa 10 centesimi). Come con tutte le monete da collezione, poi, è ancora meglio se i gettoni presentano qualche ‘errore’ di conio: in questo caso si possono superare facilmente i 100 euro.

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Un gettone TIMO del 1928 è talmente raro da poter essere rivenduto ad un prezzo tra i 100 ed i 200 euro. Un gettone Teti (se preservato in ottime condizioni) arriva a 200 euro; si ferma a 20, invece, se non tenuto abbastanza bene. Un gettone Telve del 1932 è stato invece battuto all’asta con il prezzo di 250 euro.

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