Si torna a parlare della funivia Mottarone. I verbali degli interrogatori hanno lasciato tutti completamente di sasso.
La tragedia che ha interessato la cabina numero 3 dell’impianto della funivia Mottarone continua a trascinarsi dietro tanto dolore. L’incidente di domenica 23 Maggio 2021 è costato la vita a ben 14 persone e numerose famiglie sono precipitate nel più profondo dei lutti. I verbali degli interrogatori hanno riportato che la cabina aveva i freni di emergenza disattivati. Leggiamo insieme le ultime novità inerenti a quello che è successo.
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È stato Gabriele Tadini a dichiararlo, il capo servizio dell’impianto al momento dell’incidente, il quale si trova oggi in carcere a Verbania. Secondo le parole dell’uomo, la funivia aveva i freni di emergenza disattivati, e non solo il giorno dell’incidente, bensì anche quello prima, sabato 22 Maggio 2021. L’informazione si legge nella richiesta di convalida del fermo, all’interno della quale sono contenute le dichiarazioni di Tadini.
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Secondo le dichiarazioni, i freni erano stati disattivati poiché il sistema continuava a segnalare dei problemi in maniera costante, nello specifico una perdita di pressione, e a interrompere automaticamente la corsa. Tadini ha affermato che: “Tale scelta di inibire il sistema frenante era stata soltanto sua, senza avvisare nessuno, né il titolare Luigi Nerini, né il direttore di esercizio l’ingegnere Enrico Perocchio“. Entrambi i due uomini si trovano al momento in stato di fermo e l’informazione, firmata dal procuratore e dal pm Olimpia Bossi e Laura Carrera, è contenuta sempre nel documento sopracitato.
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Funivia Mottarone: il sistema frenante è stato disattivato
Stando dunque alle dichiarazioni di Gabriele Tadini, il sistema della funivia Mottarone segnalò gli stessi problemi anche il giorno precedente alla tragedia, sabato 22 Maggio 2021. L’uomo ha lasciato la funivia libera di viaggiare tutto il giorno con il sistema frenante inibito, senza avvisare nessuno. L’uomo ha in seguito annotato il falso nel Registro Giornale, all’interno del quale andrebbero segnalati quotidianamente eventuali problemi tecnici.
Attualmente sia Gabriele Tadini che Luigi Nerini ed Enrico Perocchi, rispettivamente il titolare delle Ferrovie del Mottarone e l’ingegnere direttore di esercizio, sono accusati di omissione dolosa di cautela. Quest’ultima è per loro aggravata ovviamente dalla tragedia avvenuta la scorsa domenica. I tre uomini sono accusati principalmente di aver inserito dei ‘forchettoni‘ rossi nell’impianto in modo da disattivare i freni guasti. Alla vigilia degli interrogatori si è aggiunta inoltre per i tre l’accusa di reato di falso ideologico e materiale, contestata però al responsabile dell’impianto. Attualmente soltanto Tadini ha rilasciato delle ammissioni e tutta la penisola italiana rimane in attesa di ulteriori dettagli per completare il puzzle della drammatica vicenda.