Flavio Insinna ricorda il padre in un’intervista in cui svela il prossimo ruolo che interpreterà per la fiction Rai, A Muso Duro.
Il periodo d’oro professionale di Flavio Insinna va avanti ormai da alcuni anni. Merito di questo exploit che lo ha portato ad essere uno dei personaggi pubblici preferiti dagli italiani è stato il ruolo di conduttore de ‘L’Eredità’. E pensare che Flavio, divenuto noto come attore teatrale e poi come attore televisivo e cinematografico, non avrebbe mai pensato di poter avere successo come conduttore.
Insinna ha più volte declinato anche la candidatura, ritenendosi inadatto ad un ruolo di tale responsabilità, ma in futuro chissà che non possa cambiare idea. Intanto in questo 2022 è tornato anche a fare il suo mestiere principale, quello di attore. Lo ha fatto tornando sul set di Don Matteo e presto lo vedremo anche nei panni di un medico nella fiction Rai, A Muso Duro. Si tratta di un film dedicato al medico Antonio Maglio, colui che per primo si è battuto per i diritti delle persone affette da disabilità in Italia, divenendo il padre delle Paralimpiadi.
Intervistato da ‘Diva e Donna’, Flavio Insinna ha parlato in termini entusiastici di questo nuovo ruolo, palesando tutta la stima che nutre nei confronti del personaggio che deve interpretare. L’attore ha poi spiegato che si è preparato al ruolo studiando la storia di Maglio, ma che ad aiutarlo a dare credibilità al personaggio è stato il ricordo del padre, anche lui medico, anche lui come maglio interessato non solo a curare le persone ma a prendersene cura.
Il ricordo che Flavio fornisce della figura del padre è bellissimo e commovente. Insinna rivela che proprio il padre gli ha insegnato i valori del rispetto e della carità, che per primo lo ha introdotto al mondo dei disabili. Quando aveva 7 anni lo ha portato a vedere un incontro di basket in carrozzina e quando ne aveva 11 alle Paralimpiadi che si svolgevano in Canada: “Ero stato promosso e per la promozione mi disse: ‘Ti porto alle paralimpiadi, ma sarai il mio assistente mica farai il turista’. Avevo 11 anni e mi trovai a spingere carrozzine e aiutare atleti. Un’esperienza che è da sempre dentro di me”.
Una lezione di vita che non dimenticherà mai, come non dimenticherà mai il ruolo che ha avuto suo padre nella sua crescita: “Non ringrazierò mai abbastanza mio papà per quello che mi ha insegnato, per quello che mi ha fatto vedere e per avermi fatto capire che la vita non è solo per te e che devi dedicarti agli altri”. Il suo unico rimpianto, oggi, è quello di non aver seguito le orme del padre: “Se potessi tornare indietro oggi farei il medico come papà”.
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