Fabio Caressa e Benedetta Parodi sono rimasti basiti nel vedere gli scatti della figlia Matilde in metropolitana: si vede tutto.
Tutte le volte che ci si presentano situazioni come quelle vissute da Matilde Caressa vien da pensare che per i figli dei volti noti della televisione non sia facile crescere come per i coetanei. Questo è soprattutto vero quando si tratta di una ragazza, a dimostrazione del fatto che ancora oggi ci sono moltissimi passi avanti da fare in merito alla parità dei sessi e all’evoluzione del pensiero comune.
Sebbene l’utilizzo dei social sia ormai diffuso anche tra gli adulti, le fasce più “mature” della popolazione non ne hanno ancora compreso il linguaggio e tendono a piegare quanto accade sui social ad un modo di pensare antiquato e, senza offesa, ignorante. Se una ragazza – prendete l’esempio di Jasmine Carrisi – è figlia di una coppia famosa e si limita a fare dei post simili a qeulli delle coetanee, in cui si mostra in costume o in cui “gioca” con l’obbiettivo, ecco che partono giudizi pesanti, che iniziano le critiche alla società odierna, alle giovani, ai loro costumi, alle loro intenzioni.
Fabio Caressa, la figlia Matilde vittima dell’ignoranza e della cattiveria dei social
Come avrete già capito il titolo di questo pezzo è volutamente provocatorio, poiché né Fabio Caressa né tantomeno Benedetta Parodi avranno avuto da ridire sul post della figlia. Il perché i genitori della 21enne non hanno trovato sconveniente o scandaloso il post che la ritrae in metropolitana è semplice: non c’è nulla di cui scandalizzarsi o per cui rimanere scioccati. La giovanissima Matilde ha come unica colpa l’essere una bella ragazza.
La figlia di Benedetta Parodi nelle foto indossa un abito estivo corto, che permette di vedere nella loro interezza le gambe e che non copre nemmeno le spalle. Inoltre si evince che la ragazza abbia deciso di non indossare il reggiseno. Una scelta quest’ultima che fanno sempre più ragazze e che non indica alcun interesse a mostrare più del necessario, ma solo la voglia di poter scegliere come abbigliarsi senza che qualcuno abbia da ridire. Inoltre nel caso di Matilde, l’abito è scuro e copre ciò che deve coprire.
Non si capisce, insomma, per quale ragione nei commenti c’è gente che scrive frasi come: “Solo 18 ne dimostra 30 se metti queste foto e perché ti vuoi far commentare n c’e altra spiegazione”, oppure: “I like e commenti son più importanti al giorno di oggi.. Io sarò di un’altro pianeta ma mia FIGLIA a 18 anni non la manderei in giro così alla Sera in Metro’ perché Non So Se Torna A Casa…”.
Insomma un semplice post, magari fatto insieme ad alcune amiche per fotografare un momento insieme e ricordarlo, viene visto come una ricerca spasmodica di notorietà e visibilità. Una scelta di vestiario normale per una ragazza di 21 anni in estate viene vista come desiderio di essere ammirata. La verità è che in quelle foto e in quella scelta non c’è nulla di tutto questo e che bisognerebbe una volta per tutte imparare a non giudicare e a non colpevolizzare le ragazze.
Frasi come quelle riportate sopra, sebbene gli autori si ammantino di un ruolo di censori finalizzato al bene e alla salvaguardia delle ragazze, denunciano un modo di pensare antiquato che tende a giustificare l’eventuale aggressione o molestia, dividendone la colpa (sebbene in percentuali minori) tra l’aggressore e l’aggredita. Un qualcosa che nel 2022 non si può più sentire e leggere, una visione del mondo che va sradicata una volta per tutte.