La prima novità della Rai si chiama Alessandro Cattelan, il conduttore corteggiato per anni sarà il volto dell’Eurovision?
Il nome del presentatore è stato già accostato in passato al Festival di Sanremo ed è probabile che questo rumor ritorni qualora Amadeus (prima scelta della Rai per la kermesse canora) decidesse di non accettare la proposta. Da parte dell’ultimo direttore artistico in queste settimane ci sono state dichiarazioni di apertura ed è probabile che alla fine un accordo verrà raggiunto, con o senza la presenza al suo fianco di Fiorello. Il comico è rimasto molto scottato da tutto ciò che è successo attorno all’ultimo Sanremo e potrebbe alla fine non cedere alla corte discreta dell’amico di sempre.
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Se dunque, salvo clamorose sorprese, il posto sul palco dell’Ariston dovrebbe essere nuovamente affidato ad Amadeus, Alessandro Cattelan potrebbe condurre l’Eurovision Song Contest, competizione canora che l’anno prossimo verrà ospitata dall’Italia e dalla Rai. Il suo è uno dei nomi in ballo, anche se di recente sono stati fatti i nomi di Amadeus stesso, della Clerici e della Carlucci. A tal proposito un lettore di ‘Nuovo’ chiede ad Alessandro Cecchi Paone se come detto da Carlo Conti non ci sia bisogno di volti nuovi per dare un’immagine fresca del nostro Paese e della nostra televisione.
L’opinionista, però, invita il lettore a guardare il cambiamento della Rai in maniera più concreta e generale: “Se ci fermassimo alla scelta di conduttori più giovani del consueto non avremmo capito l’importanza della sfida che attende la nuova Rai”. Per lui, infatti, dopo la nomina del nuovo direttivo ci si deve aspettare un cambiamento radicale: “Negli ultimi decenni il servizio pubblico non ha fatto quello per cui è stato pensato e per cui viene finanziato con il canone: innovare, sperimentare, proporre cose diverse rispetto ai canali commerciali in termini di contenuti, linguaggi e volti”.
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Insomma la questione non è Cattelan o Amadeus alla conduzione di contest musicale, ma la progettazione di una televisione che sia innovativa, diversa da quella privata e finalizzata ad un’offerta che sia anche formativa e informativa. Per questo Cecchi Paone conclude dicendo: “La sfida della Rai è solo all’inizio, altro che Eurovision!”.
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