Oggi è il trentanovesimo anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi: a che punto sono le indagini sulla nota vicenda di cronaca.
Il caso Emanuela Orlandi è uno dei più noti e misteriosi della storia recente del nostro Paese. Le indagini non hanno portato fino ad ora ad una pista concreta e ogni volta che si è pensato di poter essere più vicini alla verità, ci si è in realtà imbattuti in un vicolo cieco. Gli anni che passano e la difficoltà sempre crescente della ricerca della verità non hanno fermato e non fermeranno mai il fratello della ragazza scomparsa, Pietro, il quale si è letteralmente aggrappato alla speranza di capire cosa sia successo alla sorella.
I fatti noti riguardano il giorno della scomparsa. Il 22 giugno del 1983, Emanuela, 15enne figlia di un Messo Pontificio che abitava nella Città del Vaticano, si reca alla quotidiana lezione di flauto e alle 16, una volta conclusa la lezione, s’incontra con le amiche alla fermata dell’autobus. Quel pomeriggio l’adolescente rivela all’amica di aver incontrato un ragazzo per strada che le ha parlato di un lavoro ben retribuito e proprio quell’incontro potrebbe avere una correlazione con la scomparsa.
Che Emanuela avesse incontrato questo ragazzo è stato confermato anche dalla sorella. Poco prima di raggiungere le amiche, infatti, la 15enne aveva chiamato casa da una cabina telefonica e aveva parlato con la sorella di quell’incontro e di quella possibilità lavorativa. Tuttavia, una volta giunta alla fermata, Emanuela aveva in progetto di tornare a casa, dunque in teoria non doveva incontrare nessuno.
Secondo quanto rivelato dalle amiche durante gli interrogatori, infatti, la Orlandi non prese l’autobus con loro perché lo riteneva troppo affollato e, visto che si trattava di una giornata particolarmente afosa, preferiva prendere quello dopo per comodità. Verità o scusa, quella è l’ultima informazione certa che si ha sulla ragazza scomparsa, visto che dopo non l’ha vista più nessuno.
Emanuela Orlandi, cosa si sa sulla scomparsa della 15enne?
Nei 39 anni passati da quel terribile giorno le ipotesi vagliate sono state tante, ma nessuna pista seguita dalla Polizia ha portato a dei risultati concreti. Se inizialmente si era pensato ad una fuga volontaria, infatti, ben presto si è capito che Emanuela era incappata in un destino funesto. Addirittura per un periodo si è pensato che il suo rapimento potesse essere collegato all’attentato ai danni di Giovanni Paolo II. Giunsero infatti delle telefonate in cui alcuni sedicenti terroristi richiedevano il rilascio di Mehmet Alì Ağca in cambio della quindicenne.
La pista però venne presto etichettata come un tentativo di depistaggio. Negli anni successivi la scomparsa di Emanuela Orlandi è stata collegata alla banda della Magliana e allo scandalo dello Ior (la Banca di Stato Vaticana). In seguito è stata seguita anche la pista della pedofilia, con un esponente del clero, un ambasciatore ed un gendarme vaticano indagati per il possibile coinvolgimento. Tra i sostenitori di questa pista anche il compianto padre Amorth, secondo cui Emanuela fu vittima designata di un’orgia di pedofili conclusa con la morte della ragazza. Nessuna delle piste, però, ha mai portato a risultati concreti.
Nel 2018 un barlume di speranza si è acceso quando una lettera anonima informava che il corpo di Emanuela sarebbe stato sepolto nel cimitero Vaticano. Papa Francesco ha permesso la riesumazione del corpo nella tomba indicata, ma gli esami del DNA non hanno portato a dei riscontri. Lo stesso è accaduto nel 2019, quando venne permesso di controllare due tombe del cimitero teutonico che si trova all’interno del Vaticano.
Da quell’ultima verifica non ci sono stati risvolti significativi nelle indagini. Oggi, a 39 anni esatti dalla scomparsa della quindicenne, nessuno è a conoscenza di ciò che le è capitato in quel giorno d’estate del 1983, né successivamente. La speranza di Pietro di trovare la verità è condivisa da tutta Italia, ma purtroppo è probabile che non emergerà mai e che, come ha detto Papa Francesco al fratello della ragazza, l’unico luogo in cui questa verità è nota è “In cielo”.