Più di 500 miliardi di dollari: è questo il valore sul mercato azionario di Tesla, casa specializzata nella produzione di automobili elettriche, pannelli fotovoltaici e sistemi di stoccaggio energetico diretta da Elon Musk che, da inizio anno, ha registrato una performance vicina al 550%. Niente male per un’azienda che, fino al termine del 2019, ha sempre chiuso il bilancio in perdita.
Uno straordinario successo del quale ha beneficiato senza dubbio anche il suddetto CEO, che, in questi giorni, ha superato il fondatore di Microsoft Bill Gates nella classifica delle persone più ricche del pianeta redatta quotidianamente da Bloomberg, raggiungendo ufficialmente il secondo gradino del podio.
Pur rimanendo ancora molto lontano dal primo posto – saldamente occupato dal boss di Amazon Jeff Bezos, con un patrimonio di 187 miliardi di dollari – Elon Musk non può certo lamentarsi dei suoi 140 miliardi di dollari, soprattutto in considerazione del fatto che agli esordi del 2020 si trovava appena in trentacinquesima posizione.
Una scalata lampante e sbalorditiva, dunque, che l’imprenditore di origine sudafricana ha potuto realizzare non solo, come già detto, per effetto della crescita esponenziale di Tesla, ma anche per merito del grande impegno profuso nel settore aerospaziale tramite SpaceX. Di recente, infatti, la società ha tagliato notevoli traguardi, prima con la missione NASA Demo-2, poi – lo scorso 16 novembre – con Crew-1, progetto grazie a cui quattro astronauti sono saliti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Riconosciuti tutti i possibili meriti a Elon Musk, risulta comunque importante sottolineare l’incidenza di un dato che può sfuggire nella lettura della lista stilata da Bloomberg, ovvero l’entità dei fondi che ciascuno dei miliardari analizzati stanzia in beneficenza. Bill Gates, per esempio, si troverebbe ancora al secondo posto della classifica se non avesse donato oltre 27 miliardi attraverso la Bill & Melinda Gates Foundation. Discorso simile può essere fatto per Mark Zuckerberg, “soltanto” quinto nella graduatoria ma noto per il suo sostegno a molteplici attività benefiche. Jeff Bezos, al contrario, non gode di buona reputazione in tal senso, soprattutto a causa del suo rifiuto al Giving Pledge, patto che impegna i firmatari (spropositatamente ricchi) a contribuire con almeno metà del proprio patrimonio – prima o dopo la morte – a cause filantropiche.
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