Padre Carlo ha raccontato l’incontro e le lezioni date a Raoul Bova per far sì che il parroco interpretato dall’attore risultasse realistico.
Manca solo un giorno prima che Raoul Bova faccia il suo debutto ufficiale in Don Matteo nei panni di Don Massimo. Come ormai raccontato più volte da tutti i giornali di settore, Terence Hill lascia la serie e con lui anche l’amatissimo Don Matteo da cui questa prende il nome. Al suo posto ci sarà proprio l’amatissimo Raoul, il quale dovrà scontrarsi con l’affetto che milioni di italiani hanno provato in questi 22 anni per il collega che gli passa il testimone.
Lux Vide sa benissimo che sostituire Don Matteo sarà un’impresa ardua e per questo motivo ha voluto che Don Massimo fosse un personaggio completamente differente da quello che lo ha preceduto. L’intenzione è quella di rappresentare un parroco più moderno, più a contatto con la realtà dei giorni nostri, più profondo da un punto di vista psicologico di quanto non sia mai stato Don Matteo.
Per riuscire in questa impresa Luca Bernabei ha contattato un vero parroco, Padre Carlo Bolcina, parroco che opera nella chiesa di Sant’Andrea a Gorizia. Il contatto tra i due è stato quasi casuale: il parroco gli scrisse dopo aver visto la fiction Buongiorno Mamma per fargli i complimenti per come avevano costruito la prima stagione. Da quei complimenti è nato prima un rapporto epistolare, quindi telefonico.
Don Matteo: padre Carlo ha insegnato il ruolo del parroco a Raoul Bova
Durante quelle conversazioni telefoniche, padre Carlo ha detto al produttore che non gli piaceva il personaggio di Don Matteo. Secondo il sacerdote si trattava di un personaggio poco realistico e poco credibile, distante da quello che è oggi un parroco. Non solo Don Matteo era distante dalla modernità e dalla comunità, ma aveva anche più caratteristiche da supereroe che non da essere umano.
Quando è stato deciso di sostituire Terence Hill con Raoul Bova, dunque, Bernabei ha contattato padre Carlo e gli ha chiesto di andare a Spoleto per fare da consulente al nuovo protagonista e insegnargli cosa significa essere un parroco al giorno d’oggi. Il sacerdote è stato raggiunto da ‘DipiùTv’ per un’intervista in cui gli è stato chiesto di spiegare in che modo ha aiutato Raoul ad essere un prete più credibile.
Il sacerdote ha quindi spiegato: “Per prima cosa un prete deve sempre sorridere. Dev’essere semplice ma allo stesso tempo moderno, anche nel vestire. Deve saper parlare con i giovani e stare in mezzo a loro”. Per quanto riguarda il ruolo nella serie, il parroco ha consigliato: “Don Massimo deve sì aiutare i Carabinieri nel risolvere un giallo, ma mai sostituirsi a loro”, e ancora: “Un prete non deve mai aver paura del suo passato, per quando fa la sua scelta è per sempre ed il passato non deve più condizionarlo”.