Nel corso della terza udienza del processo, l’ex pm Maria Angioni ha confermato le proprie affermazioni sui contatti tra Polizia e malavita.
La scorsa estate le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone sono state riprese e si è cercato di svelare finalmente cosa sia successo alla bimba di Mazara Del Vallo nel 2004. Purtroppo le indagini si sono rivelate un altro buco nell’acqua, visto che non sono state trovate prove utili a rintracciare la persona scomparsa, né a capire se invece di un rapimento si sia trattato di un’uccisione.
In questi mesi è andato avanti un processo parallelo, ma collegato sempre al caso Pipitone. L’ex pm di Marsala, Maria Angioni, la scorsa estate è stata molto attiva ed ha cominciato a diffondere per mezzo stampa informazioni riguardanti il caso, oltre ad una teoria su ciò che possa essere successo alla piccola. Tra le varie dichiarazioni, l’ex pm ha dichiarato di avere prove di contatti tra la Polizia di Mazara, la Questura di Trapani e alcuni esponenti della malavita locale.
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In seguito a queste dichiarazioni, l’ex pm è stata accusata di false dichiarazioni e proprio in questi giorni si è tenuta la terza udienza del processo a suo carico. La Angioni aveva detto già quando è stata formulata l’accusa che non temeva di andare a processo perché aveva prove a supporto di ciò che diceva, ma nelle ultime settimane si era diffusa la voce che potesse aver ritrattato le sue precedenti affermazioni.
In realtà, secondo quanto riportato dal ‘Fatto Quotidiano‘, nel corso della terza udienza l’ex pm ha voluto esporre una dichirazione spontanea, nella quale di fatto ha confermato tutto ciò che aveva detto in precedenza e chiesto che venissero accettati a processo alcuni testimoni che potessero confermare la sua versione dei fatti.
In pratica l’ex pm avrebbe spiegato di essere venuta a conoscenza di questi contatti tra malavitosi e polizia tramite intecettazioni. A testimonianza di ciò che afferma, l’ex pm ha depositato documenti e atti del procedimento n.1010/1 RGRN, tra i quali spiccano appunto le intercettazioni in cui un esponente della malavita sostiene di poter contare su spie e informatori sia in Questura a Trapani che al Commissariato di Mazara del Vallo. In altre intercettazioni si sente qualcuno che afferma di poter far “saltare” l’allora Procuratore della Repubblica di Marsala.
In base alla dichirazione e alla documentazione presentata dall’imputata, il giudice monocratico Montericcio ha deciso di non archiviare la posizione dell’ex pm e di ammettere i testimoni da lei richiesti a processo. Dopo la decisione del giudice, Maria Angioni si sarebbe detta soddisfatta per la mancata archiviazione del procedimento, poiché in questo modo si potrà fare luce su ciò che è successo nel 2004.
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