Nella richiesta di archiviazione per Anna Corona e Giuseppe della Chiave la Procura di Marsala espone alcune pesanti considerazioni sui talk che si sono occupati della vicenda di Denise Pipitone.
La richiesta di archiviazione per Anna Corona e Giuseppe della Chiave è l’ultimo capitolo dell’inchiesta sulla tragica scomparsa della piccola Denise Pipitone. Ma non si tratta solo di un atto giudiziario: quella della Procura di Marsala è una vera e propria requisitoria contro la morbosità con cui in tv i talk show hanno seguito e tuttora seguono la vicenda della bimba sparita 17 anni fa da Mazara Del Vallo, da cui una quantità di testimonianze e piste poi rivelatesi infondate.
La morbosità mediatica sul caso Denise Pipitone
Il fatto che i media si siano in un certo senso sostituiti a investigatori e magistrati ha generato un calderone che per la Procura di Marsala ha solo reso più difficile l’attività di indagine. “L’influenza dei media – scrivono i pm – è a tale punto che essi non si limitano a raccontare gli eventi piuttosto, spesso, in una gara a chi arriva prima tra diverse testate giornalistiche, a provocarli. E tali eventi hanno pure una sgradevole referenza sulle indagini in corso”.
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Dalle indagini dei Carabinieri del comando provinciale di Trapani emerge chiaramente che nella casa del mistero non c’è alcuna parete nascosta, e che il racconto dei testimoni è privo di qualsiasi riscontro. Non solo: una testimone si è contraddetta, un’altra – la turista – ha ammesso candidamente dopo il controllo incrociato sulla sua carta di credito: “Mi sono inventata tutto, ma non riesco a trovare una motivazione per cui l’ho fatto; sarò stata suggestionata, non volevo fare del male a nessuno”. Quando la tv genera mostri…