Nuove rivelazioni sul caso Denise Pipitone: la ricostruzione fornita da due nuovi testimoni porterebbe ad una svolta negativa.
Come ogni giorno, anche ieri al programma ‘Ore 14′ condotto da Milo Infante si è parlato del caso Denise Pipitone. In questa occasione è stata effettuata una ricostruzione di ciò che è accaduto quel 1 settembre 2004, basandosi sulle testimonianze di due nuovi testimoni raccolte sul sito Davide Maggio. Qui si parla infatti dei dettagli rilasciati alla procura di Marsala da una donna romana in soggiorno a Mazara del Vallo proprio quel giorno e da una donna residente in paese.
La prima donna ha riferito di una strana lite avvenuta nell’albergo Ruggero II, quello in cui quel giorno lavorava Anna Corona. La turista afferma di aver sentito una donna dire con voce agitata: “Proprio qua dovevi portarla?” mentre si trovava alla reception per chiedere un’asciugamano. La stessa donna avrebbe poi visto aprirsi una porta e all’interno della stanza avrebbe visto una bambina. Infine la testimone avrebbe riferito di aver riconosciuto una delle persone attualmente indagate: una dipendente dell’albergo che alla reception le ha chiesto con modi concitati di cosa avesse bisogno.
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Denise Pipitone: donna sostiene di averla fatta uccidere
La testimonianza più significativa per il caso, però, è quella di una donna residente a Mazara del Vallo. Secondo quanto riportato su Davide Maggio, infatti, questa avrebbe scritto su una chat di aver fatto uccidere la bambina. Data la delicatezza della rivelazione, gli inquirenti stanno procedendo a verificare l’attendibilità. La stessa testimone avrebbe riferito agli inquirenti di essere stata picchiata da tre uomini per aver deciso di presentarsi in Procura.
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A conclusione di puntata è stato mostrato un messaggio di Piera Maggio rivolto all’ex marito. La donna gli contesta di essere andato a parlare della loro vita privata: “Il mio unico obiettivo è la ricerca di Denise, non voglio che si parli più della mia vita privata”. Successivamente Piera aggiunge: “Forse dimentica che non ha mai contribuito con un euro alla ricerca di Denise, forse dimentica che non è mai stato presente personalmente in nessuna udienza di primo, secondo e terzo grado, forse dimentica di non aver avuto un rapporto affettivo con suo figlio”.