Piera Maggio ha diffidato la trasmissione ‘Quarto Grado’ chiedendo che non parli più del caso di Denise Pipitone, cosa succede adesso? L’opinione di un famoso giornalista getta nuove ombre sulla vicenda.
Quasi due settimane fa Piera Maggio si è risentita per le parole che un giornalista ha pronunciato nei suoi confronti a ‘Quarto Grado‘. Al termine della trasmissione, dunque, la madre di Denise Pipitone ha annunciato tramite social di aver presentato una diffida nei confronti del programma, con la quale chiede che la storia di sua figlia e le evoluzioni delle ricerche non vengano più trattate.
In apertura di trasmissione, venerdì scorso, Gianluigi Nuzzi ha parlato della diffida e detto chiaramente che questa non fermerà lui e la sua redazione dal trattare del caso. Il conduttore ha chiarito che se Piera, vittima da 17 anni di questa vicenda, è stata offesa in qualche modo gli porge le proprie scuse, tuttavia non accetta di abbandonare il caso poiché parlarne fa parte del diritto di cronaca e soprattutto dare informazioni fa parte del patto implicito che il programma ha con i telespettatori.
Denise Pipitone: Quarto Grado non potrà più parlare di Denise Pipitone?
La decisione presa dal conduttore ha ovviamente causato un’ulteriore reazione e dunque un po’ tutti si stanno chiedendo se alla fine il programma non sarà costretto ad abbandonare il caso. Questa è esattamente la domanda che un lettore di ‘Nuovo tv‘ rivolge ad Alessandro Cecchi Paone, chiedendogli se impedire la messa in onda non sia una violazione del diritto di cronaca.
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Nel rispondere al quesito, Alessandro è abbastanza diretto: “Nessuna diffida può e deve fermare la libertà d’informazione, altrimenti è finita per tutti”. Tuttavia Cecchi Paone chiarisce che la persona che si sente offesa ha altri strumenti per controbattere: “A tutela di chi si sente offeso, peraltro una madre tragicamente provata da 17 anni, ci sono strumenti successivi come la denuncia per ingiurie e diffamazione. O la possibilità di replicare, anche in video, o rettificare”.
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Dopo aver delineato la questione, si sofferma sul caso in sé con una considerazione personale: “Certo è che la vicenda Pipitone, dalla farsa russa in poi, sta prendendo una piega inquietante in cui troppi personaggi in cerca di autore stanno diventando più importanti della povera bimba scomparsa”.