Sono tanti gli stravolgimenti che, nel corso delle ultime ore, hanno interessato diversi Paesi in tutto il pianeta a causa della pandemia di COVID-19, tra annullamento di grandi eventi, adozione di misure straordinarie e importantissime variazioni economiche
L’intera umanità sta affrontando una letale crisi pandemica alla quale – ormai possiamo affermarlo con una certa sicurezza – nessuna Nazione è stata mai veramente pronta. Partendo dall’estremo oriente, il virus ha raggiunto velocemente l’Europa, giungendo in brevissimo tempo anche nel Nuovo Continente e in tutto il resto del globo. Insomma, il COVID-19 non si fa scrupoli, non si ferma, non conosce barriere e non risparmia alcun popolo, così come confermano i dettagliatissimi dati raccolti e diffusi dalla Johns Hopkins University, per la quale, al momento, le persone contagiate dal Coronavirus nel mondo sarebbero quasi 2,5 milioni, mentre il totale dei soggetti deceduti ammonterebbe a oltre 171mila.
Come se quanto sopra non bastasse, poi, a inasprire ulteriormente la già amarissima constatazione dei fatti è da poco giunto il preoccupante allarme del Programma Alimentare Mondiale (WFP), secondo cui l’emergenza COVID-19 potrebbe far addirittura raddoppiare il numero di individui che soffrono la fame nel nostro pianeta. In base a quel che si afferma nel rapporto stilato dall’agenzia ONU, infatti, nel 2019, guerre, problemi climatici e crisi economiche hanno fatto slittare da 113 a 135 milioni il complessivo terrestre degli aventi insufficiente accesso al cibo, mentre l’attuale pandemia rischia di portare a toccare persino la soglia dei 265 milioni di affamati entro la fine del 2020.
Alle drammatiche prospettive future si uniscono inoltre gli spiacevoli effetti collaterali presenti, la maggior parte dei quali generati dalle inevitabili misure restrittive di prevenzione sanitaria adottate da diversi Paesi per porre un freno all’avanzata del COVID-19. Tra tali provvedimenti – giusto per riportare qualche esempio – i più recenti riguardano l’annullamento del celebre Oktoberfest di Monaco di Baviera, la cancellazione della tradizionale festa di San Firmino con annessa corsa dei tori a Pamplona e, ancora, la mancata celebrazione solenne del novantaquattresimo compleanno della Regina Elisabetta II nel Regno Unito.
A primo impatto, la rinuncia alla realizzazione dei suddetti eventi può sembrare banale, quasi immeritevole di degna attenzione, soprattutto se messa a confronto con altri generi di problematiche, magari di più evidente urgenza. Tuttavia, per i vari governi si tratta comunque di compiere scelte alquanto complesse, sia per questioni puramente culturali, sia per gli enormi risvolti economici (chiaramente negativi) a esse connessi.
Ed è proprio l’economia una delle principali vittime del COVID-19, progressivamente ridotta allo stremo a causa del drastico crollo della domanda in molti settori. Un durissimo colpo che ha coinvolto pienamente anche il petrolio americano West Texas Intermediate (WTI), il cui prezzo, nella giornata di ieri, è sceso sotto lo zero (-37,63) per la prima volta nella storia, tornando poi lentamente a salire.
Nel frattempo, il Presidente Donald Trump ha annunciato su Twitter che a breve – allo scopo di “proteggere il lavoro dei gloriosi cittadini americani” e difenderli “dall’attacco del Nemico Invisibile” – firmerà un decreto concernente la sospensione temporanea dell’immigrazione negli Stati Uniti. Una misura straordinaria che, senz’altro, non potrà lasciare indifferente il resto del panorama internazionale.