A confessare l’omicidio di Dario Angeletti è stato Claudio Cesarini, tecnico universitario: la sua versione dei fatti però non convince la famiglia della vittima.
Domani (sabato 18 dicembre) Civitavecchia darà l’ultimo saluto a Dario Angeletti, il professore dell’Università Tuscia ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre si trovava nella sua auto lo scorso 7 dicembre. La famiglia, i colleghi, gli amici e gli studenti potranno riunirsi nel polo universitario dove il docente insegnava ecologia: non un funerale vero e proprio, ma un momento di raccoglimento per ricordare un uomo che (come detto dalla sua compagna) “non aveva nessuna colpa”.
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“Un incidente o un malore si possono accettare” ha dichiarato Saskia, compagna di Dario (e madre dei suoi due figli), “ma mi chiedo come sia possibile che un uomo abbia osato togliere la vita al mio compagno”. E’ stato un funzionario tecnico dell’Università a confessare l’omicidio: Claudio Cesarini (incastrato dalle telecamere di sorveglianza) avrebbe dichiarato di aver ucciso Angeletti per motivi passionali.
“Come ha osato togliergli la possibilità di vedere i figli crescere, di portare a compimento i suoi mille progetti?”: così si chiede Saskia, mentre gli inquirenti indagano. Cesarini avrebbe confessato di non aver premeditato l’omicidio: l’uccisione è avvenuta in seguito a mesi di ossessione, durante la quale l’uomo avrebbe covato una gelosia morbosa nei confronti di Dario Angeletti (‘colpevole’ di aver fatto amicizia con una donna di cui Cesarini si è invaghito).
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A quanto pare quindi Claudio Cesarini, di 68 anni, si è detto innamorato di un’anonima ricercatrice 39enne (collega della vittima). L’uomo è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza ed ha confessato il fatto, ma secondo la moglie ed i figli non ha raccontato tutta la verità: mentre lui parla di un raptus di gelosia, infatti, la famiglia pensa alla premeditazione. “Non è stato un omicidio d’impeto” hanno fatto saperi i parenti di Dario tramite l’avvocato Rodolfo Bentivoglio, “confidiamo nel lavoro degli inquirenti”.
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