26 aprile 1986, centrale nucleare V.I. Lenin di Chernobyl, Unione Sovietica (oggi Ucraina settentrionale). Nel corso di un test di sicurezza, il personale dell’impianto commette un errore fatale, provocando un brusco aumento della potenza (dunque della temperatura) del nocciolo del reattore numero quattro e dando così origine a un’incontrollabile reazione a catena che porta a una tremenda esplosione seguita da un devastante incendio. Una tetra nuvola di materiale radioattivo fuoriesce quindi dal reattore e si espande sulle aree circostanti, contaminandole pesantemente e rendendo necessaria l’immediata evacuazione di oltre trecentomila persone. Le nubi tossiche, poi, sebbene con livelli di radioattività gradualmente più contenuti, riescono a raggiungere anche l’Europa, giungendo fino alla costa orientale del Nord America.
Un disastro di dimensioni catastrofiche, un incidente gravissimo e dalle amare conseguenze che in questi giorni, purtroppo, a quasi 34 anni di distanza, torna ad assumere nuova pericolosità a causa di alcuni grossi incendi divampati nei boschi situati attorno alla centrale della tragedia.
A Chernobyl vi sono pochissimi dubbi sul fatto che le fiamme siano state appiccate dall’uomo, come lo stesso Yegor Firsov, capo del servizio ispettivo ecologico ucraino, lascia intendere: “Ogni anno le stesse foto, bruciano campi, canne, foreste. Questo scempio deve essere fermato – denuncia in un post su Facebook, continuando – Alla prima riunione del Parlamento, i deputati dovrebbero aumentare in modo significativo le sanzioni per gli incendi dolosi. Non si può andare avanti così. Spero che si voti a tal proposito, altrimenti gli incendi su larga scala continueranno a verificarsi ogni autunno e primavera“.
Nel frattempo, il governo di Kiev ha mobilitato un elicottero, due aerei e oltre cento vigili del fuoco per cercare di salvare quanto possibile e contenere i roghi, dopo aver già perso quasi cento ettari di verde, di cui venti solo nella giornata di ieri. Il vero problema, tuttavia, si nasconde in ciò che gli occhi non possono vedere.
Nelle ultime ore, infatti, il livello di radioattività nei pressi di Chernobyl si è alzato drasticamente, raggiungendo picchi ben sedici volte superiori alla norma. Nonostante le rassicurazioni delle autorità, che hanno escluso eventuali pericoli per la popolazione, Yegor Firsov non sembra essere esattamente sereno: “Ci sono brutte notizie – ha scritto sul suo profilo, allegando un breve filmato – Le radiazioni sono al di sopra del normale. Come vedete nel video, gli indicatori segnano 2,3 e 0,14, ma una situazione del genere si trova solo nella zona dell’incendio”.
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