Charlotte Casiraghi, figlia secondogenita della principessa Carolina di Monaco e di Stefano Casiraghi, ha dovuto fare i conti fin da piccolissima con le ferite dell’anima. Ecco la sua testimonianza.
Charlotte Casiraghi oggi è una donna e una mamma forte, determinata e sicura di sé. Ma il suo carattere e la sua personalità sono stati temprati negli anni dalla sofferenza e dal dolore, che ha potuto superare solo grazie a un percorso di crescita e guarigione interiore. In particolare, la 36enne, madre di due bambini, ha raccontato di aver trovato la cura per attraversare il dolore in sé stessa e nei libri.
La figlia della principessa Carolina di Monaco aveva solo quattro anni quando il padre, l’imprenditore e pilota motonautico italiano Stefano Casiraghi, perse la vita in un incidente in mare a trent’anni appena compiuti. Chi ha vissuto un’esperienza simile sa che la morte di una persona così importante è un dolore che resta addosso e che non se ne va mai del tutto. All’epoca la madre cercò rifugio e pace lontano dal principato, dai riflettori del gossip e dalle cronache rosa, portando lei e i fratelli Pierre e Andrea in un paesino tranquillo, Saint-Rémy-de-Provence. Per elaborare il lutto e curare le ferite dell’anima, Charlotte ha naturalmente avuto bisogno di molto tempo. Non a caso ha deciso di parlarne solo adesso, e dosando attentamente le parole.
“Da bambina sono stata attraversata da emozioni molto violente”, ha rivelato la Casiraghi, secondo quanto riporta la rivista Vanity Fair nel suo profilo Instagram. Un’esperienza che l’ha spinta a porsi domande profonde e complesse: “Quando sei di fronte a una morte brutale durante l’infanzia, nulla è dato per scontato. Mi chiedevo: ‘Perché sono in questo corpo? Perché esisto?’”.
Ad aiutarla a trovare, almeno in parte, le risposte è stata la Filosofia, che col tempo è diventata una sua grande passione. “La strada per superare la perdita è stata lunga. I libri mi hanno aiutata a trovare la cura per la mia anima” ammette Charlotte. Che al padre Stefano aveva già dedicato un libro scritto a quattro mani nel 2019 con il filosofo Robert Maggiore: “La perdita condensa tutte le passioni e tutte le emozioni – spiega -. Mio padre è una presenza costante nella mia vita? Sì, certo. La perdita ci induce ad attingere al nostro coraggio per superare la paura della perdita stessa. Quindi forse è mio padre che mi ha dato questo coraggio”. Sì, perché lui, e conclude, “era una persona molto coraggiosa”.
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