Il nuovo programma di Carlo Conti, The Band, pare non abbia convinto proprio tutti ed anzi c’è chi ne critica la formula e l’idea di base.
In queste settimane Carlo Conti sta andando in onda su Rai Uno con un nuovo programma chiamato ‘The Band’. Si tratta di un talent musicale dedicato ai gruppi, una variante che ancora oggi non si era vista e che in linea di massima sta piacendo a pubblico e critica. Nel presentare la trasmissione il conduttore toscano ha sottolineato come a differenza di programmi simili, il focus di The Band non è la ricerca di un contratto discografico, bensì la voglia di permettere a questi ragazzi di suonare la loro musica e farsi ascoltare.
Ad aggiungere motivi di interesse al programma c’è una giuria composta da grandissime personalità del mondo dello spettacolo come Carlo Verdone, Asia Argento e Gianna Nannini. Insomma gli elementi per il successo della trasmissione ci sono tutti, anche se con ogni probabilità il format non è così originale come si diceva in fase di presentazione.
Una lettrice del settimanale ‘Nuovo’ ha sottolineato proprio la mancanza di originalità del programma per criticare Carlo Conti e la trasmissione. La donna ritiene che il conduttore avrebbe potuto osare di più, creare qualcosa di veramente nuovo e che invece ‘The Band’ non sia altro che l’ennesimo more of the same che siamo abituati a vedere da anni in televisione.
Maurizio Costanzo, esperto a cui si è rivolto la donna per un parere, non concorda in toto con l’opinione della lettrice. A suo avviso, infatti, il programma di Rai Uno è ben fatto e nel complesso funziona bene, anche grazie alla presenza di ospiti di spicco nella giuria. Sull’originalità, lo storico presentatore è parzialmente d’accordo, nel senso che The Band è pur sempre un talent, dunque possiede degli elementi visti e rivisti in tv che fanno parte del genere e dunque non possono essere eliminati. Insomma il programma innova pur rimanendo nel genere.
Più che Carlo Conti, in questo caso sarebbe da criticare la Rai e le emittenti televisive in generale. Da qualche anno a questa parte i contenuti si sono appiattiti su due generi dominanti: reality e talent. Una scelta che è legata agli ascolti, visto che il pubblico continua a premiare simili format. Ci vorrebbe forse maggiore coraggio nel proporre qualcosa di diverso che possa attrarre un’altra tipologia di pubblico e diversificare l’offerta.
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