I legali di Berlusconi e di Francesca Pascale sono giunti ad un accordo per la rottura del rapporto: la cifra per la campana è astronomica.
Qualche tempo fa il settimanale ‘Oggi‘ aveva anticipato che tra i legali di Silvio Berlusconi e quelli di Franscesca Pascale c’era un’intesa di massima. La 36enne campana è stata la fidanzata del leader di Forza Italia dal 2011 al 2020, dopo la fine del rapporto con Veronica Lario. I due si sono lasciati in buoni rapporti e la ragazza ha preso con savoir-faire il rapporto nato poco dopo tra il suo ex e Marta Fascina, deputata di FI e ora compagna dell’ex premier.
Ciò nonostante in questo anno c’è stata una lunga trattativa tra i legali delle due parti per un accordo economico che lasciasse soddisfatti entrambi. Come detto la cifra stanziata da Berlusconi all’ex fidanzata è stata anticipata da ‘Oggi‘, sulle cui pagine si leggeva che le avrebbe versato 20 milioni di euro. La voce di corridoio è stata confermata nelle scorse ore da ‘Dagospia‘: il portale ha verificato la voce con delle fonti vicine all’ex Premier ed ha scoperto che oltre ai 20 milioni (che verranno versati in un’unica soluzione), la Pascale riceverà un vitalizio da un milione di euro l’anno.
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Francesca Pascale e le voci sul rapporto con Paola Turci
Da tempo si parla di Francesca Pascale per dei rumor insistenti sulla sua amicizia con Paola Turci. L’ex di Berlusconi e la cantante sono molto vicine e nell’ambiente si vocifera che la loro potrebbe essere qualcosa in più di una semplice amicizia. Interrogate a tal proposito, le due hanno detto seccamente che la natura del loro rapporto è pertinente solo a loro e che non c’è motivo che diventi argomento di discussione pubblica.
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Le voci si sono fatte più insistenti nell’ultimo periodo per via della posizione apertamente favorevole di Francesca Pascale sul ddl Zan. La donna campana ha espresso più volte la propria opinione in proposito, criticando aspramente la posizione di alcuni esponenti di Forza Italia. Chiaramente l’appoggio al ddl Zan non è una prova di un cambio del proprio orientamento sessuale, anche perché si tratta di una legge tesa a proteggere la dignità e l’incolumità di esseri umani e dunque un principio che dovrebbe mettere d’accordo tutti.