Scopriamo chi sono Baglioni e Costanza, i due agenti che sono venuti a capo del caso della Uno Bianca, raccontato nel documentario di Rai 2
Questa sera, lunedì 29 novembre 2021, in onda su Rai 2 potremo vedere una docuserie in due episodi molto interessante per il ciclo Crime Doc firmato Rai Documentari. Il titolo dà già una chiara visione dell’argomento scelto: La vera storia della Uno Bianca e racconta uno degli episodi di cronaca più nera dell’Italia del Novecento. Infatti in Emilia Romagna e nelle Marche, nei sette anni dal 1987 al 1994 sono stati perpetrati diversi omicidi e diverse rapine che hanno sconvolto l’opinione pubblica. A scrivere la parola fine su questa scia di sangue vi hanno pensato Luciano Baglioni e Pietro Costanza: due poliziotti della Questura di Rimini che hanno compiuto le indagini. Ma scopriamo insieme chi sono questi due eroi senza il mantello di Superman.
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Non sappiamo molto sulla vita privata di Luciano Baglioni e di Pietro Costanza, i due poliziotti che riuscirono a far arrestare la temibile banda. Questa era formata da Roberto, Fabio e Alberto Savi, da Pietro Gugliotta, Marino Occhipinti e Luca Vallicelli. La cosa più sconcertante, soprattutto per Baglioni e Costanza, fu scoprire che la banda di criminali era composta al 90% da poliziotti, come loro. I due eroi oggi sono entrambi in pensione e Baglioni, in un’intervista, ha raccontato come quelli fossero anni di paura.
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Nel ricordare quanto fatto, Baglioni ha tenuto a sottolineare come lui e il suo collega Pietro Costanza abbiano semplicemente fatto il loro dovere. Grazie alle indagini che hanno portato avanti, sono riusciti a mettere fine a sette anni di terrore. Il documentario che va in onda questa sera, a ben 27 anni dagli eventi raccontati, ha una dedica speciale. Le registe, Flavia Triggiani e Marina Loi, lo hanno voluto dedicare alle vittime della banda, alle loro famiglie e ai feriti. E proprio loro continuano però a pensare che qualcosa non torni. “È una storia talmente incredibile dove ci sono due possibilità: o davvero il caos ha impedito di fare piena luce sul caso o c’è stata qualche copertura o depistaggio“.
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