Su proposta di Letta il governo potrebbe rivedere i requisiti necessari per stabilire la fascia Isee di appartenenza per l’Assegno unico.
Dopo tanti ritardi, l’assegno unico per i figli è divenuto una realtà. In questo 2022 i genitori possono fare richiesta per ogni figlio minorenne e l’assegno arriverà loro fino al compimento dei 21 anni di età. Coloro i quali non avessero ancora fatto richiesta hanno tempo fino a giugno per farla e a loro verranno corrisposti gli assegni arretrati per i primi mesi di quest’anno.
L’assegno unico per i figli spetta a ciascun cittadino italiano e anche a qualsiasi cittadino straniero che possieda un regolare permesso di soggiorno. L’assegno varrà per ogni figlio, dunque le famiglie che hanno più di un figlio potranno ricevere più assegni. La cifra minima è di 50 euro al mese per ogni bambino, per tutti coloro che hanno un Isee superiore ai 40 mila euro annui.
La cifrà va ad aumentare fino a 175 euro mensili che verranno corrisposti a coloro che hanno un Isee inferiore ai 17mila euro. La cifra massima è inferiore a quanto prospettato in fase di proposta di legge. Nel disegno, infatti, si proponeva di offrire una cifra pari a 250 euro mensili alle famiglie con i redditi più bassi.
Assegno Unico per i figli: al vaglio l’Isee per stabilire le fasce di reddito
La legge sull’assegno unico ha messo d’accordo tutto il governo, compresi quei partiti che fanno parte dell’opposizione. L’aiuto economico alle famiglie è necessario per spingere gli italiani a considerare l’idea di diventare genitori. In questi anni, infatti, la natalità italiana è scesa in maniera preoccupante ed è necessario che il governo trovi degli strumenti per rassicurare i giovani preoccupati per le difficoltà di crescere un figlio in una situazione economica precaria ed instabile come quella in cui viviamo.
Proprio per permettere ad un maggior numero di italiani di accedere ad una fascia più bassa del aiuto economico e dunque di ricevere una cifra maggiore ogni mese, il segretario del PD Enrico Letta ha proposto qualche giorno fa di riesaminare la valutazione dell’Isee. A suo avviso, infatti, i parametri attuali non corrisponderebbero alla reale situazione economica delle famiglie e dunque ne risulterebbe un’immagine distorta del benessere degli italiani.
In questo modo, dunque, si rischia di sfavorire famiglie che in realtà possiedono molto meno di quanto non risulti dall’Isee. Una proposta che è stata accolta dal vice ministro all’Economia, Laura Castelli, la quale ha dichiarato a riguardo: “Penso si debba fare. L’Isee, così com’è strutturato, non è più attuale. È uno strumento che va rivisto in alcuni aspetti, soprattutto se pensiamo all’assegno unico. Con il passare degli anni lo stiamo utilizzando sempre più per far accedere i cittadini a moltissimi servizi. Lavoriamoci per migliorarlo”.