La cantante Arisa si confessa e sconvolge tutti spiegando come la pandemia abbia influito sulla sua persona e sul suo lavoro
Oramai è già qualche settimana che Psyco, il singolo di Arisa, passa in radio tutti i giorni e sta entrando in lizza come uno dei tormentoni di questa estate 2021. La cantante è riuscita a far coesistere una melodia assolutamente ballabile a un testo che già ad una prima lettura mostra un certo grado di introspezione. In un’intervista recentemente rilasciata al settimanale Tv Sorrisi e Canzoni è stata la stessa Arisa a parlarne e a definire il singolo come una canzone su “Persone estrose e un po’ matte che vengono spesso giudicate male ma su cui si può sempre contare“.
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La confessione di Arisa e il segreto non troppo nascosto di Psyco
Sempre parlando del suo nuovo singolo e del fatto che sia figlio della pandemia di Covid-19 che da quasi due anni impazza, Arisa ha raccontato a Sorrisi e Canzoni TV una cosa del tutto inaspettata. “Io sono frutto di questa pandemia. Lavoro da quando avevo 13 anni, non mi sono mai fermata. La pandemia ha reso tutto relativo, ci ha costretto a guardarci dentro. Io ho capito quello che volevo: ripartire con una mia piccola etichetta, scegliermi le persone con cui lavorare. Ora sono felice“.
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Nel dirimere poi altri significati interni al testo di Psyco, Arisa ha poi parlato come il corpo in sé abbia avuto un’importanza cardinale. La cantante da tempo è diventata inoltre una forte sostenitrice della body positivity, tanto da aver esposto il suo parere molto chiaramente. “Non si deve discriminare nessuno per l’aspetto. Siamo bombardati da un modello di fisicità perfetto che in realtà non esiste. Io sponsorizzo la valorizzazione di sé: ciascuno di noi, guardandosi allo specchio, può trovare qualcosa che gli piaccia o gli dia forza“. Questa non è la prima volta che la cantante parla dell’argomento, spesso a lei molto caro e che più volte l’ha vista in prima linea.
