Alberto Angela è stato costretto a sporgere denuncia alla polizia a causa di quanto stava accadendo ai danni del figlio Edoardo.
Esattamente come suo padre Piero, Alberto Angela è un uomo distinto, dai modi pacati, dal parlare fluente e colto. In questi anni, in cui ha preso il posto del genitore come divulgatore scientifico per la Rai, il figlio d’arte ha acquisito una notorietà spropositata, con migliaia se non milioni di donne che impazziscono per lui e lo ritengono un sex symbol. Ad acuire questa fama di bello e dannato è stata un’indiscrezione sulle sue presunte generose proporzioni maschili.
Un pettegolezzo sul quale Alberto, uomo distinto si diceva e di classe, ha sempre preferito sorvolare, come spiegato in un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘ lo scorso anno: “Io non commento. Il Web è quello che è, e questo è uno dei suoi volti. Sui social viaggia molta emotività. Lascio agli altri commentare queste cose, perché mi sembra tutto molto evidente. Sono come il naturalista nella savana che guarda con il binocolo: non deve intervenire e giudicare, osserva e basta”.
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Alberto Angela, la denuncia alla Polizia Postale per proteggere il figlio
Insomma finché la notorietà comporta fastidi a lui, il divulgatore scientifico preferisce lasciar correre, anche per non alimentare determinati meccanismi del web che porterebbero solamente ad aumentare l’attenzione mediatica e di conseguenza quella social. Diverso è il discorso quando il lato oscuro del web colpisce la sua famiglia e i suoi figli.
Nella medesima intervista rilasciata al Corriere, Alberto Angela spiega che si è visto costretto a sporgere denuncia perché la medesima morbosità che nutre la curiosità nei suoi confronti aveva colpito anche il figlio Edoardo: “Che dire dei miei figli, che come tutti i ragazzi hanno il futuro negli occhi e le nostre speranze nel cuore. […] Per quanto riguarda l’attenzione esagerata dei social verso mio figlio Edoardo che posso dire. Mi è spiaciuto come potrebbe dispiacere a lei, ha figli? Mi dispiace perché lui non è qualcuno che vuole esporsi, è una persona normale. Lì è il mondo che bussa alla porta, è un effetto collaterale dell’epoca in cui viviamo”.
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In sostanza dopo che sono emerse le foto del figlio sul web, alcuni hanno deciso di sfruttare il clamore suscitato e la morbosa curiosità degli utenti creando decine di profili falsi in cui venivano condivise le foto del ragazzo. Così Alberto ha sporto denuncia: “Sono andato dalla polizia postale, è partita un’ azione legale. Questo si chiama furto di identità ed è un reato”.