Al Bano Carrisi manifesta tutta la propria preoccupazione per ciò che sta succedendo, le sue parole spaventano tutto il pubblico italiano.
Dopo decenni sulla cresta dell’onda, Al Bano non ha bisogno di presentazioni ed è conosciuto anche dai più giovani. La sua musica è ormai distante dai gusti odierni, ma l’artista pugliese rimane uno dei cantanti più amati d’Italia e del mondo. Impossibile, infatti, non apprezzare la sua qualità vocalica, la capacità ancora oggi di tenere note alte senza steccare una volta, una qualità che diventa giorno dopo giorno sempre più rara per gli artisti di maggiore successo.
Se in Italia i tour di Al Bano sono seguiti principalmente dai fan di vecchia data, nel resto del mondo ed in particolar modo nell’est Europa, il cantante di Cellino San Marco riempe palazzetti e stadi con un pubblico di tutte le età. Negli anni scorsi una delle tappe più importanti del suo tour era la Russia, ma per il momento non può andarci e non ha intenzione di farlo.
In passato l’artista pugliese ha utilizzato parole lunsinghiere nei confronti del presidente russo Vladimir Putin, lo riteneva un grande politico, un grand uomo, ma da quando la Russia ha invaso l’Ucraina ha cambiato opinione e adesso lo critica apertamente: “Lo ammiravo, l’ho difeso, ma ora le sue azioni mi portano a dire che qualche rotella si è spostata da qualche altra parte”.
Al Bano, parole durissime sul futuro della musica: “Così è la morte”
Intervistato da ‘La Nuova Sardegna‘, Al Bano ha rivelato che l’unica altra regione d’Italia in cui gli piacerebbe andare a vivere è proprio quella insulare. Tra i suoi desideri c’è inoltre quello di poter fare un tuor in bus per la regione, una serie di concerti dedicati a pochi intimi che viaggiano insieme a lui per le strade della Sardegna.
Nell’intervista gli viene poi chiesto cosa pensa della musica odierna, se gli piace qualche artista e la direzione che è stata presa dall’industria musicale. La risposta di Al Bano è decisamente dura: “Stiamo assistendo purtroppo alla morte della musica secondo me”. Per l’artista il punto più critico è quello della produzione dei brani, visto che oggi a differenza di quando lui ha iniziato non ci sono più le sessioni di una band nello studio di registrazione: “Non si scrive più, basta un buon computer e si inventa ciò che si vuole, non occorre più studiare. E’ un grave segno per chi ama la musica”.